Nell'operazione un sospetto è stato ucciso, mentre due fermati sono stati rilasciati
Le autorità belghe sono ancora alla ricerca di due fuggitivi dopo la sparatoria di ieri a Forest, sobborgo di Bruxelles, nata dalla maxi operazione antiterrorismo all'interno delle indagini per gli attacchi di Parigi del 13 novembre scorso. Nell'operazione, un sospetto è stato ucciso dopo aver aperto il fuoco contro le forze di sicurezza belghe all'interno di un appartamento in cui sono stati trovati una bandiera dell'Isis, 11 caricatori per kalashnikov, tantissime munizioni e un libro salafista. "Le indagini continuano notte e giorno", ha confermato il portavoce della procura belga, Thierry Werts, durante una conferenza stampa indetta per illustrare come un'indagine congiunta degli agenti belgi e francesi si sia trasformata ieri, in modo inaspettato, in una operazione speciale antiterrorismo con una sparatoria in piena luce del giorno a Bruxelles. Intanto, le due persone fermate nelle operazioni di polizia, hanno fatto sapere i procuratori belgi, sono state rilasciate senza essere incriminate.
LA DINAMICA – Dei poliziotti hanno fatto irruzione in un appartamento di rue du Dries nel distretto di Forest, una zona tranquilla della periferia di Bruxelles circondata da binari della ferrovia che porta alla vicina Gare de Midi, in una zona tradizionalmente punto di arrivo per migranti, prima spagnoli e portoghesi, ora prevalentemente magrebini.
Come il canale di Bruxelles disegna il contorno dell'ormai famoso quartiere di Molenbeek, le 'strade di ferro' dei treni segnano una delle tante cuciture che compongono la multiculturale capitale belga spesso sinonimo di quartieri complessi.
"Forest è un comune traquillo con una grande diversità interna", ha precisato il borgomastro (una sorta di presidente delle nostre circoscrizioni), Marc-Jean Ghyssels, che in un'intevista alla catena Rtbf ha riferito che non si aspettava la presenza di terroristi sul suo territorio ma che ha ammesso di ricevere periodicamente liste di 'persone radicalizzate' tra i suoi abitanti. "Ma non sappiamo bene come comportarci con loro, perché non abbiamo la competenza in questa materia. È difficile immaginare di presentarmi a casa di qualcuno e bussare alla sua porta, dicendogli che ho l'impressione che voglia partire per la Siria", ha aggiunto Ghyssels, mettendo in evidenza le difficoltà incontrate dalle autorità belghe nella lotta contro il jihadismo.
In realtà, gli agenti incaricati di controllare la casa di Forest sono stati accolti ieri da una raffica di colpi sparati da "almeno due persone", una reazione violenta che il premier belga, Charles Michel, ha confermato a BelRtl Radio, essere una 'sorpresa'.
La polizia ha risposto al fuoco, si è ritirata e ha circondato l'edificio, da cui i sospetti hanno continuato a sparare fino a quando uno di loro è stato ucciso da uno dei cecchini delle forze speciali intervenute come rinforzo. L'uomo è stato identificato come Belkaid Mohammed, un algerino nato il 9 luglio 1980, entrato illegalmente in Belgio e conosciuto alle forze dell'ordine per aver commesso un furto minore nel 2014.
Accanto il suo corpo è stato trovato con Kalashnikov e un libro sulla salafismo, ampia gamma di munizioni e una bandiera dello Stato Islamico.
IL GIALLO SUGLI ARRESTI – Dopo la sparatoria, due persone che "probabilmente" erano all'interno della casa si sono date alla fuga, e sono ricercate "attivamente" dalle forze di sicurezza, secondo le parole del portavoce dalla Procura. Nel corso della notte sono state arrestate due persone: un uomo che è stato ricoverato in ospedale ad Halle con una gamba rotta (chi lo ha accompagnato è fuggito prima dell'arrivo della polizia sulla scena), e un'altra persona localizzata durante la notte in un blitz sempre a Forest. "Il possibile coinvolgimento di queste due persone è ancora in discussione, quindi non abbiamo reso pubblica la loro identità. Durante il giorno decideremo se convalidare il fermo", ha spiegato il portavoce della Procura. Le due persone fermate, hanno fatto poi sapere i procuratori belgi, sono state rilasciate senza essere incriminate.
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