L'ambasciatore egiziano in Italia Amr Mostafa Kamal Helmy, in un'intervista a LaPresse interviene sulla morte del ricercatore friuliano

L'Egitto sta riservando un trattamento "eccezionale" all'Italia che invece, attraverso i media tende comunque, sul caso Regeni, a dare sempre le colpe al Cairo. L'ambasciatore egiziano in Italia Amr Mostafa Kamal Helmy, in un'intervista a LaPresse interviene sulla morte del ricercatore friuliano per ribadire che il 28enne "non è stato arrestato" dalle forze di sicurezza del governo e si dice sicuro che "chi ha ucciso Regeni vuole rovinare i rapporti ideali tra Italia ed Egitto".

Ambasciatore, se la sente di tranquillizzare i nostri connazionali spaventati da quel che succede in Egitto e preoccupati dopo quel che è accaduto a Giulio Regeni?  

Noi abbiamo tantissImi stranieri in Egitto che vivono e risiedono lì, sono studenti, ricercatori e lavoratori. Tutti vivono tranquillamente. Ci sono anche molti investitori, nella zona del Canale di Suez. Dunque non vedo alcun motivo di allarme o di preoccupazione.

Lei ha escluso anche recentemente che forze di polizia egiziane possano essere coinvolte nell'omicidio del nostro connazionale. Ha nuovi elementi per riconfermare o cambiare queste affermazioni?

Riconfermo con decisione, tutti i giorni che non c'è coinvolgimento delle forze di polizia egiziane nella morte di Giulio Regeni. Non capisco da quali fonti arrivino queste notizie. Quello che è stato scritto, anche dai media italiani, è falso. Giulio Regeni non è mai stato sospettato, sequestrato o arrestato dalla sicurezza egiziana. Un'agenzia di stampa internazionale ha diffuso una notizia che poi si è rivelata non vera. Dobbiamo aspettare e riflettere, informarci prima di scrivere. La morte di Regeni rappresenta uno choc per noi come per l'Italia. Alla luce di rapporti stabili e forti tra Egitto e Italia, abbiamo accettato che il vostro paese inviasse un team investigativo. E' un trattamento speciale per l'Italia, anche per dimostrare le  nostre buone intenzioni.

Questi investigatori italiani lavorano liberamente a Il Cairo o sono soggetti a delle limitazioni?

Le rispondo in questo modo: se muore un egiziano in Italia non se se voi accettereste mai investigatori egiziani. Questo solo per dimostrare che non abbiamo nulla da nascondere. Il passare del tempo non affievolirà l'attenzione. Lavoriamo con la massima trasparenza. L' interesse dell'Italia e dell'Egitto è lo stesso: arrestare i colpevoli.

Non è possibile che forze o gruppi paramilitari che sfuggono al controllo delle vostre autorità abbiano ucciso Regeni per metter in difficoltà il vostro presidente Al-Sisi?

Escludo completamente questa ipotesi. La cosa sicura è che chi ha commesso questo reato voleva mettere in crisi il rapporto tra noi e voi. Se fossero stati gli apparati di sicurezza, le garantisco che non si sarebbe mai trovato il corpo. Invece viene scoperto proprio nel giorno in cui nel nostro paese c'è una delegazione di imprenditori italiani guidata dal ministro Guidi. Non le sembra strano? Quel che non capisco è perché ci sia questo accanimento contro gli apparati egiziani. Ma perché non si parla di un gruppo terroristico o fondamentalista come responsabile del crimine?

Ha trovato collaborazione da parte delle autorità italiane?

Qui ho incontrato tutti, dalla Farnesina alla presidenza del Consiglio. Loro ascoltano la nostra opinione. Ma anche se la maggior parte dei giornali ha pubblicato quello che io dico, c'è sempre l'impressione che i colpevoli siano solo gli egiziani. Ciò che scrivono i giornali americani, viene ripreso dai media italiani come se fosse la verità per poi scoprire che quelle cose erano false. Questo è un grande errore, non ci si può concentrare solo sui nostri apparati di sicurezza. Mentre l'Egitto offre un trattamento speciale ed eccezionale, con l'invio del team italiano, noi siamo sempre sotto pressione. Poi chiedere aiuto agli Stati Uniti o alla Grand Bretagna, senz'altro complica la situazione.

Non sarà però solo colpa della stampa…

Noi abbiamo rapporti speciali con l'Italia. Dico solo che quello che stanno facendo i media italiani, cioè anticipare le conclusioni, non è giusto. Dobbiamo avere pazienza per non dare all'opinione pubblica una strada sbagliata.

Chi secondo lei vuole mettere in crisi il rapporto tra Italia ed Egitto e perché?

I nostri rapporti sono ideali. L'Italia è il nostro primo partner commerciale. Il livello di dialogo viene considerato un modello dagli altri paesi. Noi lavoriamo insieme per la situazione libica avendo molti di punti di vista comuni. Abbiamo la stessa opinione sulla Libia. Nè noi nè l'Italia vogliamo che la Libia diventi un centro del fondamentalismo del radicalismo e del terrorismo, non vogliamo che la Libia non diventi un corridoio di immigrati clandestini dall'Africa verso l'Europa. Non passa una settimana che Al Sisi non senta Renzi. L'Eni ha scoperto il più grande giacimento del Mediterraneo. L'Italia ha i più alti investimenti rispetto agli altri paesi. Le sembrano pochi questi motivi per volere una crisi nei rapporti tra i due paesi Ci saranno o no un po' di nemici?

Ci sono rischi di contaminazioni del terrorismo dalla Libia all'Egitto?

La presenza dell'Isis in Libia è una minaccia sia per l'Egitto e allo stesso modo per l'Italia.

 

L'Egitto vuole veramente la verità sulla morte di Regeni come la vuole l'Italia?

Non cè dubbio che anche noi vogliamo la verità. Ma perchè l'Italia non rilascia dichiarazioni che possano chiarire le cose sulla collaborazione con le nostre autorità. Sarebbe un passo importante.

Secondo lei Regeni è stato ucciso da un gruppo terroristico?

Ci sono le indagini in corso, per ora nessuno può accusare qualcun altro senza avere delle prove.

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