Intanto è stato identificato l'attentatore responsabile dell'attacco di ieri ad Ankara: è un curdo-siriano

Una nuova esplosione ha coinvolto un convoglio militare nel sud-est della Turchia, a un giorno dall'attacco nel centro di Ankara in cui sono morte 28 persone.  Stando a quanto dichiarato dal premier turco Ahmet Davutoglu, almeno sette soldati turchi sono rimasti uccisi nello scoppio avvenuto lungo la strada che collega Diyarbakir, la città più importante nel sud-est a maggioranza curda, al distretto di Lice.

ATTENTATORE CURDO-SIRIANO – Intanto sull'attacco di ieri le autorità turche non hanno dubbi: a commetterlo è stato un membro delle milizie curdo-siriane Ypg in coordinamento con i guerriglieri del Pkk (il Partito dei lavoratori del Kurdistan). Lo ha confermato il premier turco Ahmet Davutoglu durante una conferenza stampa nella sede dello Stato maggiore dell'esercito. Salih Mercan, l'attentore che ieri si è fatto esplodere accanto a un convoglio militare, causando la morte di 28 persone (27 delle quali erano soldati), aveva 24 anni ed era originario di Amude, nel nord della Siria. Secondo quando riferito questa mattina da alcuni media locali, il ragazzo sarebbe entrato in Turchia insieme ad alcuni profughi siriani, fingendosi rifugiato. L'identificazione è arrivata grazie al riconoscimento delle impronte digitali che la polizia aveva preso al momento dell'ingresso nel Paese.

14 ARRESTI – Secondo quanto annunciato oggi dal presidente Erdogan, sono 14 le persone arrestate in relazione all'attentato di ieri. L'attentato è opera dei movimenti curdi "Pkk e Pyd nonostante il loro rifiuto di responsabilità", ha poi sostenuto il presidente. "I collegamenti con le milizie curde Ypg sono chiari ed evidenti", ha spiegato inoltre il premier Davutoglu. Per questo, la Turchia continuerà a bombardare posizioni delle milizie curdo-siriane Ypg, sia nel proprio territorio (nel sud-est a maggioranza curda) sia nel nord della Siria e dell'Iraq. "L'attacco di ieri dimostra che le milizie curde sono organizzazioni terroristiche", ha ribadito il premier.

Subitanea la risposta del Pkk.  "Non sappiamo chi abbia effettuato l'attacco di Ankara, ma potrebbe trattarsi di un atto di ritorsione per i massacri in Kurdistan", ha dichiarato il co-leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan, Cemil Bayik.

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