L'Egitto torna a smentire la notizia dell'arresto del giovane ricercato trovato morto al Cairo

 Il ministero dell'Interno egiziano ha smentito le notizie apparse sulla stampa riguardanti Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano che è stato trovato morto al Cairo all'inizio di questo mese. Secondo quando riporta l'agenzia di informazione Mena, il ministero dell'Interno egiziano ha negato che Regeni "sia stato imprigionato dalle autorità di sicurezza egiziane prima della sua morte". 

CASINI A RENZI: NO VERITA' DI COMODO  "Dall'Egitto non sta arrivando la verità. Se vogliamo mantenere il nostro decoro nazionale e il nostro ruolo nel Mediterraneo dobbiamo pretendere la verità". Lo afferma in un'intervista a QN, Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri del Senato, che aggiunge: "Mi auguro che Renzi non si accontenti delle verità di comodo".  "Il fatto che ci sia un rapporto speciale tra noi e l'Egitto non ci rende più deboli ma ci deve rendere forti e non può far dubitare l'Egitto su di noi. Proprio perché siamo amici, dagli amici non accettiamo le finzioni- prosegue l'ex presidente della Camera –   Il governo egiziano per difendersi dalle minacce jihadiste ha messo in campo tutti i mezzi leciti e anche quelli non sempre leciti. Apparati che dipendono dalle forze armate e altri dal ministero dell'Interno e io temo che questa storia si collochi in una sorta di antagonismo e competitività tra pezzi dello Stato". Casini infine "non escludo che per un drammatico eccesso di zelo di qualche apparato si sia ritenuto il nostro giovane parte di un puzzle più ampio e pericoloso per lo Stato. E' ormai acclarato – aggiunge Casini – che le torture e l'atroce strazio di Regeni siano state un'opera di killeraggio da parte di gruppi di squadre speciali".

AUTOPSIA Nei giorni scorsi erano emersi particolari dall'autopsia condotta in Egitto: secondo quanto riferito a Reuters Regeni aveva sette costole rotte, segni di scariche elettriche sul pene, ferite da traumi su tutto il corpo e un'emorragia cerebrale. Sul corpo c'erano anche tagli causati da uno strumento affilato che si sospetta fosse un rasoio, abrasioni e bruciature. È inoltre probabile che il ragazzo sia stato picchiato con un bastone e che abbia ricevuto pugni e calci, spiega ancora la fonte. Il report iniziale sull'autopsia condotta in Egitto mostrava che Regeni era stato colpito alla nuca con uno strumento affilato. Un'altra autopsia è stata condotta in Italia dopo l'arrivo della salma.

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