Bruxelles (Belgio), 26 dic. (LaPresse/EFE) – La scuola superiore di Bruxelles di uno dei kamikaze di Parigi, Bilal Hadfi, aveva avvertito l’amministrazione della sua radicalizzazione, ma l’informazione non era stata comunicata alla giustizia e su questo indaga ora la polizia belga. Lo riportano i media belgi. Hadfi, uno dei kamikaze che si sono fatti esplodere nei pressi dello Stade de France lo scorso 13 novembre, aveva combattuto in Siria per lo Stato islamico ed era noto all’Organo di coordinamento per l’analisi delle minacce del Belgio (Ocam) dal momento che compariva in una lista di 800 nomi segnalati per legami con la Siria.
Adesso, nell’ambito delle indagini relative agli attentati di Parigi, il comitato permanente di controllo dei servizi della polizia interroga il personale della scuola Annessens-Funck di Bruxelles, che Hadfi aveva frequentato prima di partire per la Siria. Il giovane “aveva richiamato l’attenzione” nell’istituto all’inizio dell’anno perché aveva festeggiato gli attacchi contro il settimanale francese Charlie Hebdo, che risalgono allo scorso 7 gennaio. Il direttore della scuola aveva avvertito l’amministrazione scolastica il 27 aprile della sua partenza per la Siria e la scuola aveva aperto un dossier a suo nome, ma il comitato della polizia indaga ora sul perché queste informazioni non siano state trasmesse alla giustizia. I tentativi della direzione della scuola di avvertire le autorità “sono rimasti bloccati a livello di amministrazione”, nonostante i professori e la direzione avessero “espresso serie preoccupazioni sull’evoluzione di Bilal Hadfi”, riferisce il quotidiano belga ‘Le Soir’.
“Esprimeva regolarmente opinioni radicali in classe ed era stato invitato diverse volte a parlare con il direttore”, emerge dalle interviste al personbale della scuola pubblicate dai quotidiani ‘De Morgen’ e ‘Het Laatste Nieuws’. Dieci giorni prima degli attacchi di Parigi la madre di Hadfi, in un’intervista, aveva espresso il timore che il figlio di 20 anni potesse “esplodere da un giorno all’altro”, riferendosi a lui come una “pentola a pressione”. Il giovane era partito per la Siria domenica 15 febbraio, all’improvviso, senza avvisare la famiglia, e aveva finto di partire per un viaggio in Marocco “per ricaricarsi” e andare a visitare la tomba del padre. Di nazionalità francese, Hadfi viveva da anni in Belgio con la famiglia, che aveva occupato una casa popolare nel centro di Bruxelles prima di trasferirsi in un’altra abitazione sempre nella capitale belga. Sono nove le persone arrestate in Belgio per presunti legami con gli attentati di Parigi del 13 novembre.
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