Bamako (Mali), 20 nov. (LaPresse/Reuters) – Paura a Bamako, in Mali, teatro di un nuovo violento attacco terroristico che ha preso di mira un hotel frequentato da occidentali, a una settimana esatta dagli attentati di Parigi. Nelle stesse ore, a Bruxelles, era in corso il Consiglio Giustizia e Interni Ue, chiesto dalla Francia per rafforzare la risposta al terrorismo. Il sospetto è che i francesi fossero, di nuovo, l’obiettivo dei jihadisti. Se gli attacchi di Parigi sono stati rivendicati dallo Stato islamico, l’attacco al lussuoso hotel Radisson Blu della capitale dell’ex colonia francese lo è stato congiuntamente dal gruppo Al-Mourabitoun, gruppo locale affiliato ad al-Qaeda, e da al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). L’attacco si è concluso dopo 11 ore di assedio. Centosettanta persone erano state prese in ostaggio e sono state liberate a scaglioni, mentre i morti sarebbero 27 tra cui un funzionario belga. Il ministero della Sicurezza interna del Mali ha però fatto sapere che uomini armati sarebbero ancora asserragliati nei piani alti dell’hotel continuando a resistere alle forze speciali. Due degli assalitori sarebbero morti nel contrattacco lanciato proprio dalle forze speciali malesi, insieme a quelle di Francia e Stati Uniti.

Il commando, composto secondo fonti diverse da due o 10 assalitori, ha attaccato intorno alle 8 di questa mattina l’hotel, situato nello stesso quartiere in cui si trovano sedi ministeriali e diplomatiche e notoriamente usato dagli stranieri. Il commando, pesantemente armato, è entrato sparando e scandendo lo slogan ‘Allah akbar’, Dio è grande in arabo, hanno raccontato testimoni. Un ostaggio poi liberato, il cantante guineano Sékouba Bambino Diabaté, ha raccontato di aver sentito due assalitori parlare in inglese tra loro, mentre passavano di stanza in stanza. Al quotidiano Le Monde, Diabaté ha aggiunto che il loro accento sembrava nigeriano.

Centosettanta le persone prese in ostaggio, mentre le persone rimaste uccise sono 27, secondo l’Onu. I Caschi Blu dell’Onu hanno visto circa 27 corpi su due piani separati dell’hotel. Le forze di pace hanno visto 12 cadaveri nel seminterrato dell’hotel e altri 15 al secondo piano. Le forze di sicurezza malesi, citate da alcuni quotidiani locali, parlano invece di 22 morti. Tra queste c’è con certezza un funzionario belga, Geoffrey Dieudonné, dipendente del Parlamento della Federazione Vallonia-Bruxelles. Il presidente, Philippe Courard, e il segretario generale, Xavier Baeselen, hanno confermato con un “grande dolore” la morte di Dieudonné, che era stato il primo consigliere alla direzione del Parlamento. L’uomo si trovava a Bamako per una “missione” di tre giorni per siglare una partnership con la comunità parlamentare francofona.

La Farnesina ha comunicato già in mattinata che nessun italiano era coinvolto. Decine di ostaggi, secondo le fonti della sicurezza locale, sarebbero state liberate solo dopo aver dimostrato ai sequestratori di conoscere a memoria delle parti del Corano. Altre persone sono fuggite o sono state liberate dalle forze di sicurezza.

La televisione di Stato maliana ha diffuso senza sosta le immagini dei soldati in divisa mimetica, armati di fucili d’assalto AK47 nella hall dell’hotel. Al loro fianco sono intervenute le forze speciali antiterrorismo francesi e americane, così come agenti della missione Onu nel Paese, Minusma. Il presidente francese, François Hollande, ha promesso di usare tutti i mezzi possibili per liberare chi era intrappolato, mentre l’americano Barack Obama ha fatto sapere di seguire con attenzione la vicenda. Il capo di Stato maliano, Ibrahim Boubacar Keita, era in Ciad per un vertice con altri leader africani e ha interrotto il soggiorno per rientrare, definendo la situazione “preoccupante ma non disperata”.

L’assalto di Bamako fa sospettare che i cittadini francesi fossero il vero obiettivo dei jihadisti, dopo che 129 persone sono state uccise venerdì scorso a Parigi in attacchi coordinati rivendicati dallo Stato islamico. Dodici dipendenti di Air France, due piloti e dieci assistenti di volo, erano nell’albergo e sono stati tutti liberati. Tra gli altri ostaggi c’erano sette dipendenti di Turkish Airlines, dieci turisti cinesi, venti indiani e sei americani.

Il Mali settentrionale è stato occupato dai militanti islamici, alcuni legati ad al-Qaeda, per gran parte del 2012. Una operazione militare guidata dalla Francia li ha poi cacciati, ma sporadiche violenze sono proseguite soprattuto nella capitale e nella fascia centrale del Mali. Nello scorso marzo, un gruppo islamista ha rivendicato la responsabilità di un attacco a un ristorante popolare tra gli stranieri a Bamako, dove sono morte cinque persone. Ad agosto, altre 17 persone sono state uccise in un attacco a un hotel di Sevare, rivendicato da al-Morabitoun. Tra loro c’erano nove civili, cinque dei quali di Minusma. Intanto, la scorsa settimana, un militante dello Stato islamico in Siria ha detto a Reuters che l’organizzazione ritiene l’intervento francese in Mali un’altra ragione per attaccare gli interessi di Parigi. “E’ solo l’inizio, non abbiamo dimenticato che cosa è accaduto in Mali”, ha detto il combattente, non siriano.

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