Roma, 19 nov. (LaPresse) – Il presidente ucraino Petro Poroshenko, in visita in Italia, si fa avvocato dell’unità europea e transatlantica e mette in guardia dal fidarsi della Russia in Siria, perché- afferma – Mosca non è lì per combattere il terrorismo ma per aiutare “il tiranno al-Assad”. Poroshenko si associa allo shock per la carneficina di venerdì scorso a Parigi, ma avverte che quegli attacchi terroristici non possono segnare una svolta rispetto ad altri attacchi, perché tutte le vittime del terrorismo – sottolinea – meritano la stessa attenzione, anche gli 8000 ucraini, oltre 6000 dei quali civili, uccisi in attentati (opera, non è detto esplicitamente, ma è sottinteso, di russi e filorussi).

In visita a Roma, il presidente ucraino viene ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che l’ha pure ospite a colazione, presente il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Nel pomeriggio, il colloquio a Palazzo Chigi con il premier Matteo Renzi. Incontri da cui non scaturiscono comunicati congiunti e neppure una conferenza stampa.

Nell’agenda romana del presidente ucraino, c’è pure un’udienza di Papa Francesco, confermata dicono fonti ucraine “nonostante la minaccia terroristica su San Pietro“, e un incontro con il ministro degli Esteri vaticano, cardinale Pietro Parolin. Poroshenko vede la comunità ucraina e, la sera, fa un discorso e risponde a domande al Centro Studi Americano, presenti, tra gli altri, il presidente del Centro, prefetto Giovanni De Gennaro, presidente di Finmeccanica, e l’ambasciatore degli Usa a Roma, John Phillips.

Poroshenko afferma con enfasi che “noi europei ed ucraini siamo insieme in un’unica coalizione antiterrorismo” ed insiste sul fatto che l’Ucraina “ha bisogno dell’Unione europea e della solidarietà dell’Europa unita”, oltre che di quella transatlantica. Ripetendo che ogni settimana cittadini ucraini sono vittime di attacchi terroristici, mette in guardia l’Europa e l’Occidente dall’aderire a “coalizioni bidone contro il terrorismo”, riferendosi all’ipotesi di alleanze anti-terrorismo con la Russia.

Rispondendo a domande, il presidente ucraino si dice fervente sostenitore dell’integrazione europea e della necessità di una difesa europea comune, ricordando che “dopo l’aggressione russa” il sostegno per l’adesione all’Ue nel suo Paese è molto aumentato: l’Ucraina si batte per l’integrità del proprio territorio, ma anche per la libertà e la democrazia. Poroshenko sottolinea i progressi fatti dal suo Paese con le riforme e l’ammodernamento dell’apparato statale, della sicurezza e della giustizia, e rivela che, nel colloquio con Renzi, è stato deciso di avviare forme di cooperazione nella lotta alla corruzione tra l’Italia e l’Ucraina, con il concorso dell’Ue.

Quanto agli accordi di Minsk definiti lo scorso anno con la Russia, con la mediazione di Francia e Germania, essi devono essere attuati, indipendentemente da quanto accade in Siria: “Se gli accordi di Minsk non fossero attuati- ha aggiunto il presidente ucraino- dovrebbero scattare le sanzioni”. L’ultima battuta è un’ennesima testimonianza di sfiducia nei confronti della Russia: “Alzare la tensione in Siria, creare turbolenze in Turchia sono parte di un disegno per destabilizzare l’Europa”.

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