dal nostro inviato Matteo Bosco Bortolaso

Parigi (Francia), 19 nov. (LaPresse) – Mentre in Italia continuano le indagini su cinque sospetti che forse preparano attentati a Roma e Milano, la capitale francese vive il sollievo e la paura, assieme. Il sollievo, perché è ormai certo che il ‘cervello’ degli attentati è stato ucciso ieri a Saint Denis. La paura, perché il premier Manuel Valls non ha nascosto la possibilità che il prossimo attacco sia chimico o batteriologico.

Lo stesso Valls, parlando all’Assemblea nazionale, ha annunciato durante i lavori parlamentari che “il cervello, anzi uno dei cervelli – perché bisogna essere prudenti, e abbiamo visto le minacce – è stato ucciso”: si tratta di Abdelhamid Abaaoud, cittadino del Belgio, dove peraltro era stato condannato a vent’anni di prigione. Secondo il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, “ha avuto un ruolo determinante” negli attentati di venerdì scorso a Parigi, e sarebbe anche coinvolto in 4 dei 6 attentati che la Francia ha sventato dalla scorsa primavera.

Abaaoud si trovava quindi a Saint Denis in uno squat – un appartamento occupato senza pagare l’affitto – in Rue Corbillon. Un primo indizio è arrivato all’attenzione della polizia grazie ad una telefonata di domenica scorsa: qualcuno, secondo i giornalisti di iTélé, aveva visto il ricercato nell’area della capitale. Cazeneuve si è limitato a dire che i servizi segreti un Paese extra-europeo – forse gli Stati uniti – avevano avvertito che Abaaoud era passato per la Grecia.

Il blitz di ieri a St. Denis, quindi, è servito a smantellare parte delle rete che ha organizzato gli attacchi di venerdì scorso. Ed è ormai certo che all’interno dell’appartamento ci fosse una cugina di Abaaoud, che si è fatta esplodere nel corso degli scontri con la polizia, durati sette ore. Rimangono però ancora diversi punti oscuri. Chi c’era ancora nell’abitazione? Durante e dopo il blitz sono state fermate otto individui – sette uomini e una donna – le cui identità non sono state rese note. Il loro fermo, vista la possibile incriminazione per terrorismo, può durare diversi giorni.

La notizia della morte di Abaaoud non ha fermato le critiche. Da una parte, il Fronte nazionale martella sul fatto che Abaaoud “passeggiava tranquillamente senza che sapessimo nemmeno che fosse in Francia: follia di una Europa senza frontiere nazionali!” Dall’altra, il quotidiano Le Monde esce con un atto di accusa in prima pagina, dove campeggia il titolo: “Le falle della lotta al terrorismo”. Gli 007, “che reclamano una raccolta più consistente di informazioni” avrebbero la colpa di non saperle analizzare.

Altro problema su cui punta il dito il quotidiano è la mancanza di coordinamento a livello europeo. Viene anzi ricordato che il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, propose all’indomani dell’attentato di Charlie Hebdo dello scorso gennaio “la creazione di un’agenzia europea per l’intelligence” ma “i suoi partner, tra cui la Francia, non hanno voluto” anche perché il Trattato di Lisbona pervede che i servizi segreti rimangano controllati dalle singole capitali.

Su una Parigi ancora scossa, poi, cala l’incubo dell’attacco chimico. “Non dobbiamo escludere niente, lo dico con tutte le precauzioni necessarie – ha scandito il premier Valls all’Assemblea nazionale -. La macabra immaginazione degli ideatori degli attacchi non ha limiti”. Minacce e tensioni hanno fatto annullare una manifestazione oggi a St. Denis e un’altra prevista per domani alla moschea di Parigi. Diverse persone, però, hanno avuto il coraggio di tornare allo Stade de France, colpito dagli attentati di venerdì, per accendere candele e riunirsi in una cerimonia in ricordo delle vittime.

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