Di Denise Faticante

Città del Vaticano, 20 set. (LaPresse)- Alla fine Fidel si è trovato davanti l’incarnazione della sua profezia. Si racconta infatti che il lider maximo nel 1973 abbia detto: “Gli Stati Uniti dialogheranno con noi quando avranno un presidente nero e quando ci sarà un Papa latinoamericano”. E ora sono uno davanti all’altro: il combattente per la rivoluzione e il rivoluzionario della Chiesa. L’incontro tra il lider maximo e Papa Francesco, avvenuto nella casa-clinica dell’ormai vecchio lider maximo, dopo la messa in Plaza de la Revolucion, è durato più di mezz’ora. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi ha riferito che i due hanno parlato di ambiente e di “grandi questioni del mondo”.

SCAMBIO DI DONI TRA PAPA E FIDEL CASTRO. Il pontefice ha donato all’ex presidente cubano, oltre alla sua enciclica sull’ambiente ‘Laudato si” e alla sua esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’, due libri di Alessandro Pronzato, esperto di catechesi e Bibbia e divulgatore teologico. Fidel Castro, da parte sua, ha regalato al Santo padre il libro intitolato ‘Fidel e la religione‘, intervista realizzata a Castro nel 1985 dal teologo brasiliano Frei Betto. La dedica recita: “A papa Francesco in occasione della sua fraternale visita a Cuba. Con ammirazione e rispetto da parte del popolo cubano”.

“NON SERVIAMO LE IDEOLOGIE MA LE PERSONE”. Prima di andarlo a trovare, il pontefice, davanti a più di mezzo milione di persone, ha inviato un monito e un appello: “Il servizio (agli altri, in senso cristiano, ndr) non è mai ideologico. Non servono idee, ma persone”. Bergoglio ha incentrato l’omelia sulle discussioni dei discepoli di Gesù su chi dovesse essere il primo. La risposta è semplice: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. Dunque chi vuole essere grande, “serva gli altri – chiosa Francesco – e non si serva degli altri”. “L’invito al servizio – ha avvertito – presenta una peculiarità alla quale dobbiamo fare attenzione. Servire significa, in gran parte, avere cura della fragilità. La grandezza di una nazione si misura dal servizio ai più deboli”. “Lontano da ogni tipo di elitarismo – aggiunge il Santo Padre – l’orizzonte di Gesù non è per pochi privilegiati capaci di giungere alla conoscenza desiderata” o a distinti livelli di spiritualità”.

AVVERTIMENTO AI CUBANI: “NON CEDETE AL CONSUMISMO”. Poi un avvertimento ai cubani a “non cedere nemmeno a progetti seducenti”, alludendo al consumismo. “Il santo popolo fedele di Dio che vive a Cuba – dice Francesco – è un popolo che ama la festa, l’amicizia, le cose belle. È un popolo che cammina, che canta e loda. È un popolo che ha delle ferite, come ogni popolo, ma che sa stare con le braccia aperte, che cammina con speranza, perché la sua vocazione è di grandezza”.

APPELLO PER LA COLOMBIA: “SUBITO LA RICONCILIAZIONE”. Poi all’Angelus ha pronunciato un appello per la pace in Colombia: “Per favore – ha tuonato -, non possiamo permetterci un altro fallimento in questo cammino di pace e riconciliazione”. Da due anni Cuba è teatro di trattative tra il governo di Bogotà e le Farc, le forze armate rivoluzionare. Una piazza festosa e osannante ha quindi abbracciato il Papa che, a differenza dei suoi due precedessori, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ha celebrato la messa in Plaza della Revolucion con l’effige stilizzata di Che Guevara al lato e non di fronte. Su tutta la piazza campeggiava la scritta ‘Missionario della Misericordia’, il nome che ha voluto dare a se stesso Bergoglio in questo suo viaggio lungo e impegnativo.

(Foto Reuters)

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