Roma, 18 ago. (LaPresse) – I pesanti attacchi aerei al porto di Hodeida avranno gravi conseguenze sulla già drammatica situazione umanitaria in Yemen. Lo denuncia Save the Children. Hodeida è il principale scalo commerciale e per gli aiuti umanitari diretti al nord e al centro del paese, dove 14 milioni di civili sono già in disperato bisogno di assistenza.

Il grande porto sul Mar Rosso è un’infrastruttura cruciale per l’ingresso di cargo con gli aiuti d’emergenza, inclusi cibo e forniture mediche e anche carburante. Ci sono già 21 milioni di persone – pari a ben l’80% della popolazione – bisognosi di assistenza in Yemen. I danni al porto, compresi i magazzini e i mezzi di trasporto, renderà più difficile l’opera delle agenzie umanitarie che stanno cercando di rafforzare rapidamente la propria risposta e di portare gli aiuti necessari in tutto il paese.

Edward Santiago, direttore Save the Children per lo Yemen, dichiara: “I combattimenti, la carenza di carburante e le restrizioni all’ingresso degli aiuti hanno contribuito a determinare nello Yemen una delle peggiori crisi umanitarie del mondo, nel giro di pochi mesi. Il bombardamento del porto di Hodeida è l’ultimo atto. Abbiamo bisogno di portare aiuti nel paese, compreso il combustibile per mantenere gli ospedali funzionanti e per consentire ai convogli di aiuti umanitari di raggiungere i posti dove c’è più bisogno. L’impatto di questi ultimi attacchi aerei si farà sentire soprattutto sui bambini, incolpevoli, e sulle loro famiglie”.

Non conosciamo ancora la reale portata dei danni a Hodeida – aggiunge – ma non possiamo perdere un giorno di più; il tempo stringe per i bambini dello Yemen, che sono già a rischio di fame, malattie e violenze. Oltre ai 398 bambini che sono stati uccisi dall’inizio del conflitto, a marzo, attualmente ci sono 5.9 milioni di bambini che soffrono la fame, 624mila bambini sfollati e 7.3 milioni che non stanno ottenendo le cure mediche di cui hanno disperatamente bisogno”.

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