Londra (Regno Unito), 31 lug. (LaPresse/EFE) – Per i legali della famiglia di Alexander Litvinenko, morto a Londra nel 2006 per avvelenamento da polonio radioattivo, fu il presidente russo Vladimir Putin a ordinare l’omicidio. Lo ha dichiarato l’avvocato Ben Emmerson al Tribunale superiore della capitale britannica, presieduto dal giudice Robert Owen, nel corso dell’inchiesta pubblica ordinata dal premier David Cameron. Il legale ha affermato che Putin è il primo responsabile dell’omicidio del’ex agente del Kgb: “L’assassinio” di Litvinenko, ha detto, “sarebbe stato impossibile” senza l’approvazione di Putin”.
Anche il rappresentante legale della polizia di Londra, Richard Horwell, in una delle ultime dichiarazioni ha detto che la Russia “potrebbe essere stata dietro” i fatti, ma è stato più prudente e ha sostenuto che questo non significa che l’ordine sia stato dato da Putin. Le autorità britanniche accusano del crimine gli ex agenti russi Andrei Lugovoi, attualmente deputato della Duma, e Dmitri Kovtun, con cui Litvinenko prese un thé nell’hotel Millenium di Londra il 1 novembre 2006. Entrambi hanno respinto le accuse e Mosca ha rifiutato le richieste di estradizione.
Litvinenko, critico del regime di Putin ed esiliato nel Regno Unito dal 2000, morì il 23 novembre, a 43 anni di età, tre settimane dopo l’incontro con i due russi. L’inchiesta pubblica è iniziata lo scorso 27 gennaio con l’autorizzazione di Cameron, che in principio non l’aveva permessa per timore di danneggiare le relazioni con Mosca. La vedova di Litvinenko, Marina, che da anni chiedeva l’inchiesta pubblica, ha commentato: la giustizia del Regno Unito ha scoperto “la verità” sull’omicidio e “dopo 15 anni al potere, naturalmente, (Putin, ndr) è responsabile”.
La Russia ha criticato il processo e sottolineato che il Cremlino non lo considera credibile. “Se ricordate bene, quando Litvninenko morì, prima di qualsiasi indagine, ci furono accuse simili da parte di funzionari del Regno Unito”, ha detto il portavoce Dmitri Peskov. Stessa linea per Andrei Lugovoi, principale sospettato, secondo cui l’obiettivo della giustizia britannica non è conoscere la verità ma “dare una stretta alla Russia”. Il presidente del tribunale, il giudice Robert Owen, dopo aver ascoltato le dichiarazioni finali studierà le prove ed entro fine anno si pronuncerà.
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