Il Cairo (Egitto), 15 mag. (LaPresse/EFE) – I militanti dello Stato islamico hanno ucciso almeno 23 civili, tra cui nove bambini e cinque donne, a nord della località siriana di Al Ameriya, vicino a Palmira, nella provincia centrale di Homs. Lo fa sapere l’Osservatorio siriano per i diritti umani, il cui direttore, Rami Abdurrahman, spiega che le vittime sono state uccise a colpi di arma da fuoco. Lo scorso mercoledì l’Isis aveva sottratto alle forze governative il controllo di Al Sujna ed è riuscito ad avanzare fino alla periferia di Palmira, le cui rovine sono considerate Patrimonio dell’umanità dell’Unesco e dove si trova l’esercito.

Oggi l’aviazione militare siriana ha bombardato le postazioni del gruppo nella stessa Palmira e nei dintorni. Alle porte della città c’è stato uno scambio a fuoco di artiglieria tra militari e jihadisti, che hanno sparato su una zona dove ci sono abitazioni di ufficiali dell’esercito di Damasco. Si sono registrati ancora scontri nei pressi del carcere di Palmira. Il governatore della provincia di Homs, Talal al Barazi, ha riferito a Efe che i combattimenti “sono ancora lontani dalla città antica”, a circa sette chilometri di distanza.

Ieri i militanti dell’Isis hanno ucciso altre 26 persone, dieci delle quali decapitate, vicino a Palmira, perché accusate di “cooperare e collaborare con il regime” siriano ad Al Sujna e Al Ameriya. Conosciuta come ‘la fidanzata del deserto’, Palmira si trova in un’oasi e nel I secolo a.C. divenne punto di incontro delle carovane sulla strada della seta. Prima dell’inizio del conflitto in Siria, le sue rovine, che comprendono teatri e templi, erano tra i principali siti turistici del Paese. È inoltre uno dei sei siti siriani iscritti nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

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