Atene (Grecia), 19 gen. (LaPresse) – “C’è bisogno di un governo di unità nazionale con tutte le forze democratiche, se possibile progressiste, che credano nel futuro della Grecia nell’euro. Non siamo il passepartout di chiunque”. A dirlo, in un’intervista a ‘La Stampa’, è Evangelos Venizelos, vicepremier e ministro degli Esteri greco nonché leader del Pasok, il partito socialista, che non esclude, quindi, un’alleanza con Alexis Tsipras, qualora vincesse le elezioni. “Abbiamo portato il peso e sofferto danni enormi per governare la crisi”, afferma il vicepremier, che poi aggiunge: “Appoggeremo il prossimo governo se non crea rischi per il futuro della Grecia e dell’Unione europea e se segue l’unica strategia plausibile, un piano di uscita dalla crisi, in collaborazione con i nostri partner. Chi vincerà domenica dovrà allearsi ed evitare nuove elezioni: quelle sarebbero un disastro”. Sulla possibilità dell’uscita dall’euro della Grecia assicura: “Non esiste il Grexit. Nessuno può cacciare un Paese dall’eurozona. È molto irritante leggere scenari del genere sulla stampa straniera o nelle dichiarazioni di politici europei. Danneggia non solo la Grecia, ma l’euro. Questa spudorata mancanza di responsabilità deve finire ora”.

“Estendere i tempi di rimborso, abbassare gli interessi e fare altri interventi tecnici che rappresentano un taglio del debito”. Queste, secondo Venizelos, sono le chiavi per sostenere il debito greco che, “tecnicamente – spiega – è sostenibile, paghiamo il 40% in meno di interessi rispetto al 2010. Il punto di dissenso con Syriza è questo: loro sostengono che la Grecia non sarà mai in grado di ripagare tutto il debito. Ma qual è il Paese che ripaga il suo debito? Ciò che lo rende sostenibile è che se ne onorino le scadenze. Nel caso della Grecia, solo il 10%, circa 35 miliardi di euro, è in mano a speculatori. Il 90% è in mano a Stati o istituzioni, al sicuro”.

Dopo lo scoppio della crisi in Grecia, “il partito estremista Syriza, con il suo 4%, accolse la rabbia degli elettori. Tsipras promise il paradiso in terra senza sacrifici, un recupero della prosperità in modo magico, come se fosse Harry Potter. In più, la sua carta vincente è non aver mai governato e non essere ‘responsabile’ della crisi. Ma è associabile alle cause che portarono ad essa”. Così Venizelos spiega il successo di Syriza, che ha tolto molti voti a Pasok. E fa un mea culpa: “Quando è esplosa la crisi, nel 2010, Pasok aveva appena preso in mano il governo da Nea Demokratia, dopo 5 anni di governo disastroso. Non capimmo l’enormità dei rischi che stavamo per affrontare. Per la prima volta dovemmo imporre tagli delle pensioni e degli stipendi, cancellazione dei benefici, eccetera. Poi arrivò il primo piano di salvataggio. Gli elettori non ce l’hanno perdonato. Nella testa delle persone è stato esso a creare la crisi e non viceversa. Il nostro più grande errore è stato voler affrontare quella situazione da soli, senza coinvolgere il maggiore partito d’opposizione, Nea Demokratia, responsabile di tutto ciò che era successo”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: ,