Belgrado (Serbia), 28 set. (LaPresse/AP) – Sventolando centinaia di bandiere color arcobaleno, diverse centinaia di attivisti per i diritti dei gay hanno marciato lungo le strade di Belgrado per il primo Gay Pride in Serbia dopo gli scontri del 2010 che avevano portato il governo a proibire questo tipo di manifestazioni peri i tre anni successivi. In una città blindata, circondata da poliziotti in assetto antisommossa con negozi chiusi e quartieri isolati, la manifestazione si è svolta senza incidenti, sotto lo sguardo dell’Unione europea.
Per la Serbia, che vuole aderire all’Ue, era importante infatti dimostrare di saper rispettare i diritti di tutti i suoi cittadini. “Questa è stata l’occasione per dimostrare che Belgrado è una capitale mondiale in cui tutti i cittadini sono uguali”, ha dichiarato il sindaco Sinisa Mali che ha partecipato al corteo insieme a diversi deputati stranieri, membri del governo e leader dei partiti in Serbia.
Il corteo è potuto procedere solo per alcune centinaia di metri, ma aveva un alto valore simbolico. Si temeva infatti la ripetizione delle violenze del 2010, quando gruppi ultranazionalisti avevano attaccato il corteo innescando tensioni con la polizia che hanno lasciato più di 100 persone ferite. Le autorità avevano vietato marce per i diritti dei gay previste per i successivi tre anni, adducendo motivi di sicurezza. Oggi scontri sporadici sono stati segnalati tra piccoli gruppi di estremisti, che hanno intonato canti di minaccia contro i gay ma che sono stati bloccati dalle forze dell’ordine lontano dal percorso della manifestazione.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata