Ankara (Turchia), 20 set. (LaPresse/AP) – I 49 ostaggi turchi sequestrati lo scorso 11 giugno dai militanti dello Stato islamico (ex Isil) che avevano fatto irruzione nel consolato turco a Mossul, nel nord dell’Iraq, sono stati liberati oggi e sono tornati in Turchia. Lo ha annunciato il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, parlando con i giornalisti durante una visita a Baku, in Azerbaigian. Fra gli ostaggi c’erano il console generale turco, Ozturk Yilmaz, altri diplomatici, bambini e forze speciali di polizia. Il sequestro era avvenuto nel giorno in cui l’Isil aveva preso il controllo di Mossul, la seconda città più grande dell’Iraq.
Davutoglu ha deciso di accorciare la sua visita in Azerbaigian per recarsi a incontrare i 49 nella provincia turca di Sanliurfa, vicino al confine con la Siria. “Condivido con voi una notizia gioiosa che come nazione aspettavamo da tempo”, ha detto Davutoglu nel dare l’annuncio. “Nelle prime ore di oggi i nostri cittadini ci sono stati consegnati e li abbiamo riportati nel nostro Paese. Hanno attraversato il confine con la Turchia e sto andando a vederli”, ha proseguito. Il neopremier, già ministro degli Esteri, non ha fornito dettagli sulle circostanze del rilascio ma ha spiegato che gli ostaggi sono stati liberati grazie “ai metodi” dell’agenzia di intelligence e che non è stata compiuto alcun blitz. Davutoglu ha inoltre ringraziato l’agenzia di intelligence e il ministero degli Esteri per gli sforzi compiuti.
Prima del sequestro dei 49 nel consolato di Mossul, 32 camionisti turchi erano stati rapiti nella stessa città il 6 giugno: questo gruppo era stato liberato un mese dopo, ma Ankara non aveva fornito alcuna informazione sulle circostanze del rilascio.
La Turchia aveva resistito esplicitamente a unirsi alla coalizione internazionale impegnata nella lotta contro lo Stato islamico citando proprio la questione dei suoi 49 cittadini nelle mani del gruppo. E gli Stati Uniti, fra i promotori della coalizione, erano stati attenti a non fare troppe pressioni su Ankara dal momento che era impegnata nel tentativo di far liberare i rapiti. L’Isil ha decapitato due giornalisti Usa, James Foley e Steven Sotloff, e il cooperante britannico David Haines, che lavoravano in Siria, come risposta agli attacchi aerei lanciati dagli Stati Uniti contro il gruppo in Iraq.
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