Kiev (Ucraina), 13 set. (LaPresse/AP) – L’obiettivo di Vladimir Putin è “prendere l’intera Ucraina”, lui “non può accettare l’idea che l’Ucraina sia parte della grande famiglia dell’Unione europea. Vuole ripristinare l’Unione Sovietica”. Con queste dure parole il primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk riaccende il clima di tensione che stenta a spegnersi nonostante il cessate il fuoco siglato tra governo di Kiev e ribelli filorussi nell’est del Paese. Parlando nel corso di una conferenza nella capitale con politici e uomini d’affari, Yatsenyuk ha poi dichiarato che l’Ucraina è “ancora in stato di guerra” con Mosca.

Le dichiarazioni arrivano poche ore dopo che un convoglio composto da decine di camion russi carichi di duemila tonnellate aiuti umanitari è entrato in territorio ucraino. I primi mezzi hanno varcato il confine ieri sera, l’ultimo è entrato in Ucraina questa mattina, come conferma Rayan Farukshin, funzionario della dogana russa. Non è chiaro da quanti mezzi fosse composto il convoglio, ma l’agenzia di stampa Itar Tass parla di circa 200 camion.

Per ora le autorità di Kiev non hanno commentato la notizia, come invece avevano fatto ad agosto, quando parlarono di invasione per l’arrivo in territorio ucraino di un convoglio simile. In quell’occasione gli aiuti vennero inviati via terra con una decisione unilaterale, senza l’autorizzazione di Kiev e passando per un varco controllato dai separatisti filorussi. Il governo ucraino sosteneva che quel convoglio fosse in realtà carico di aiuti diretti ai ribelli. L’accordo di pace siglato la settimana scorsa a Minsk, però, prevedeva l’arrivo di altri due convogli e la Russia aveva già fatto sapere che avrebbero portato cibo, depuratori per l’acqua e generatori di corrente elettrica.

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