Kiev (Ucraina), 3 set. (LaPresse/AP) – Si aprono spiragli per una tregua in Ucraina a poche ore dal vertice della Nato al via domani in Galles. Il presidente ucraino Petro Poroshenko e l’omologo russo Vladimir Putin hanno avuto stamattina un colloquio telefonico in cui si sono accordati per una tregua nell’est dell’Ucraina. La notizia è stata diffusa inizialmente da Kiev, che ha parlato di intesa “su un cessate il fuoco permanente”. Poco dopo però il Cremlino ha frenato, precisando che la Russia non è coinvolta nei combattimenti. A quel punto Kiev ha modificato il suo annuncio sul sito della presidenza ucraina, eliminando la parola “permanente” e parlando solo di “accordo su un regime di cessate il fuoco”. Da parte dei ribelli nessun tono conciliatorio: non è possibile alcun cessate il fuoco se l’esercito di Kiev non ritira le sue forze.
Putin si è espresso allora personalmente sulla questione parlando dalla Mongolia, dove si trova in visita, e ha detto che si aspetta che un accordo finale sull’Ucraina sarà raggiunto venerdì a Minsk, in Bielorussia, dove si riunirà nuovamente il Gruppo di contatto sulla risoluzione del conflitto. Al gruppo di contatto partecipano i rappresentanti di Kiev, dei ribelli, della Russia e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Putin ha inoltre annunciato due condizioni che ritiene necessarie per raggiungere il cessate il fuoco in Ucraina: lo stop dell’avanzata dei separatisti e il ritiro dell’esercito di Kiev. “Le parti in conflitto dovrebbero immediatamente coordinarsi e fare insieme le seguenti cose: la prima è che gli insorti nel sudest dell’Ucraina fermino l’avanzata nelle regioni di Donetsk e Luhansk” e “la seconda è che l’esercito ucraino ritiri le truppe a una distanza di sicurezza che renda impossibili gli attacchi con artiglieria e di altro tipo nelle zone popolate”, ha detto il leader del Cremlino parlando da Ulan Bator.
Intanto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha fatto sentire la sua voce dall’Estonia, dove è arrivato in visita oggi prima di recarsi al summit Nato in Galles. “Se la Russia è realmente pronta a smettere di finanziare, armare e addestrare i separatisti e a smettere di unirsi con propri soldati alle loro azioni, e se è pronta a trovare una soluzione politica, allora siamo pronti anche noi”, ha detto Obama. Il quale non ha però risparmiato i toni duri: “I confini non possono essere determinati con una pistola alla testa” e “nell’ordine internazionale i popoli rispettano delle regole, che non possono essere cancellate dalla forza bruta”, ha affermato in riferimento a Putin e alla situazione in Ucraina. Dicendo che era troppo presto per commentare la notizia del presunto accordo di cessate il fuoco, l’inquilino della Casa Bianca ha poi dichiarato che da parte della Russia c’è stato un “assalto deplorevole” contro l’Ucraina, aggiungendo che questa è una minaccia alla pace in Europa.
Obama, che a Tallin ha incontrato i leader dei Paesi Baltici, ha voluto rassicurare l’Estonia e tutti gli Stati del Baltico sul fatto che la Nato garantirà loro ogni protezione necessaria. “Difenderemo i nostri alleati della Nato, ogni alleato” e “in questa alleanza non ci sono vecchi membri e nuovi membri o vecchi partner e nuovi partner, ci sono solo alleati e noi difenderemo l’integrità territoriale di ciascuno”, ha detto il presidente Usa. Poi un riferimento alla tesi di Mosca che sostiene di difendere i russofoni: “Respingiamo la bugia secondo la quale la gente non può vivere e crescere insieme solo perché ha background differenti o parla lingue diverse”, ha detto Obama. Questo punto è particolarmente rilevante perché la protezione dei russofoni che vivono dai confini russi è una delle motivazioni utilizzate da Mosca per giustificare le sue azioni in Ucraina e, come in Ucraina, anche in Estonia e negli alti Paesi baltici vivono molti russofoni, il che ha alimentato per questi Stati il timore di un intervento da parte di Mosca entro i loro confini.
Obama partirà dall’Estonia stasera per recarsi in Galles, dove domani si aprirà un summit cruciale della Nato. Al vertice è attesa l’approvazione di un piano che prevede lo stazionamento di più soldati ed equipaggiamenti dell’Alleanza nell’est Europa, allo scopo di tenere pronta una forza di risposta rapida che sarebbe in grado di entrare in azione entro 48 ore da un eventuale allarme. Nel fine settimana i leader dell’Unione europea si sono accordati per preparare un nuovo round di sanzioni alla Russia che potrebbe entrare in vigore nel giro di una settimana; le nuove misure sono state pensate dopo che la Nato ha accusato Mosca di avere inviato carri armati e soldati nel sudest dell’Ucraina. Stando al bilancio delle Nazioni unite, nei combattimenti nell’est dell’Ucraina sono morte circa 2.600 persone, mentre sono oltre 340mila i residenti che sono stati costretti a lasciare le loro case.
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