Washington (Usa), 17 ago. (LaPresse/AP) – Le forze curde in Iraq hanno preso il controllo della parte est della diga di Mossul, la più grande del Paese, conquistata dallo Stato islamico (ex Isil) lo scorso 7 agosto. Lo riferisce ad Associated Press il generale Tawfik Desty, comandante delle forze curde nella zona della diga, aggiungendo che i combattimenti sono ancora in corso.

I peshmerga, fa sapere il generale, hanno avviato oggi l’operazione per riconquistare la diga sostenuti dagli aerei da guerra di Stati Uniti e Iraq

IRAQ, NUOVI ATTACCHI AEREI USA OGGI VICINO ERBIL E DIGA MOSSUL– Ci sono stati nuovi attacchi aerei degli Stati Uniti oggi condotti in Iraq con caccia e droni contro lo Stato islamico (ex Isil) pressi di Erbil e della diga di Mossul, nel nord del Paese, sia per sostenere gli sforzi umanitari, sia per proteggere il personale e le strutture Usa.

Lo riferisce il Comando centrale del dipartimento Usa della Difesa, precisando che finora sono stati effettuati nove raid, nei quali sono stati distrutti o danneggiati quattro blindati per il trasporto truppe, sette veicoli armati, due Humvees e un veicolo blindato. Lo Stato islamico ha preso il controllo della diga di Mossul il mese scorso. Si tratta della diga più grande del Paese e si trova sul fiume Tigri.

Ci sono anche bambini fra le persone rapite l’altro eri nel nord dell’Iraq dallo Stato islamico (ex Isil) dal villaggio yazida di Kojo, da dove sono state portate via le donne. Lo riferisce un portavoce delle forze di sicurezza curde, Halgurd Hekmat. Ieri sera la Cnn, citando come fonti funzionari del governo curdo e un leader religioso degli yazidi, aveva riportato la notizia dell’attacco compiuto nel villaggio ieri pomeriggio dal gruppo estremista, aggiungendo che erano stati uccisi almeno 80 uomini ed erano state fatte prigioniere oltre 100 donne, che sarebbero state portate nelle città settentrionali di Mossul e Tal Afar. Ieri la notizia è stata confermata da un deputato yazida e da fonti delle forze di sicurezza curda, i quali dicono di averlo saputo da alcuni sopravvissuti.

Kocho, circa 20 chilometri a sud di Sinjar, si trova in una zona in mano allo Stato islamico dove i giornalisti non possono operare. Il parlamentare yazida Mahma Khali riferisce che i combattenti dello Stato islamico assediavano il villaggio da giorni e avevano dato ai residenti una scadenza per convertirsi all’islam.

“Quando i residenti si sono rifiutati di convertirsi all’islam è avvenuto il massacro”, ha spiegato il deputato yazida Khalil. Il parlamentare ha inoltre affermato che gli Stati Uniti dovrebbero fare di più per proteggere chi fugge dalle violenze dello Stato islamico. “Abbiamo invitato l’amministrazione Usa e il governo dell’Iraq a intervenire e aiutare le persone innocenti, ma sembra che nessuno stia ascoltando”, ha detto Khalil. Il portavoce delle forze di sicurezza curde, Halgurd Hekmat, ha detto venerdì sera che le donne e i bambini rapiti da Kocho sono stati portati nella vicina città di Tal Afar, che è controllata dallo Stato islamico. Questo mese decine di migliaia di yazidi sono fuggiti quando i jihadisti hanno conquistato la città settentrionale di Sinjar, vicino al confine con la Siria. Gli yazidi praticano un’antica religiosa che i sunniti radicali considerano un’eresia. Negli ultimi giorni l’Onu ha dichiarato il cosiddetto livello di emergenza 3 per l’Iraq, dopo che circa 45mila membri della minoranza yazida sono scappati sul monte Sinjar e sono rimasti bloccati in cima perché i combattenti dello Stato islamico li hanno circondati. Le Nazioni unite hanno annunciato che incrementeranno il sostegno agli yazidi e ad altri 400mila iracheni che da giugno sono fuggiti dal nord dell’Iraq verso la provincia curda di Dahuk per scappare alle violenze dell’Isil.

Intanto Raid aerei ieri hanno colpito la zona della diga di Mossul sul fiume Tigri, nel nord dell’Iraq, sotto il controllo dello Stato islamico (ex Isil) dallo scorso 7 agosto. Lo riferiscono alcuni residenti, spiegando che gli attacchi aerei sono cominciati sabato pomeriggio ora locale e che diversi militanti sono rimasti uccisi.

Gli Usa la scorsa settimana hanno cominciato a lanciare raid per fermare l’avanzata dello Stato islamico nel nord dell’Iraq. La decisione degli Usa di compiere attacchi aerei in Iraq costituisce il primo intervento militare diretto di Washington in Iraq dopo il ritiro delle sue truppe nel 2011 e riflette la crescente preoccupazione internazionale per l’avanzata dello Stato islamico, che ha preso il controllo di vaste porzioni di territorio in Iraq e nella vicina Siria.

RAID AEREI STATUNITENSI ANCHE IERI NEL NORD IRAQ– Ieri ci sono stati attacchi aerei degli Stati Uniti nel nord dell’Iraq contro obiettivi dello Stato islamico (ex Isil). Il comando centrale dell’esercito Usa fa sapere che droni statunitensi hanno distrutto due veicoli armati a sud della città di Sinjar. Le forze curde hanno riferito che militanti dello Stato islamico stavano attaccando civili nel villaggio di Kawju, riporta l’esercito Usa, aggiungendo che allora i droni hanno identificato e seguito un veicolo armato che si muoveva vicino Sinjar e lo ha poi colpito, distruggendo due veicoli nella zona.

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