Il Cairo (Egitto), 10 ago. (LaPresse/AP) – I negoziatori palestinesi accettano la proposta egiziana di un nuovo cessate il fuoco di 72 ore. La decisione di accettare la proposta di una nuova tregua con Israele è stata resa nota dagli stessi negoziatori palestinesi che si trovano al Cairo. I funzionari, che rappresentano varie fazioni palestinesi, hanno parlato a condizione di anonimato perché si tratta di negoziati delicati. “Siamo qui a cercare un accordo. Non possiamo avere un accordo senza colloqui, quindi abbiamo accettato una proposta egiziana di avere un cessate il fuoco di 72 ore per riprendere i colloqui”, ha detto un negoziatore palestinese. La decisione ha l’obbiettivo di riportare gli israeliani ai negoziati.

ISRAELE: COLPITI 20 OBIETTIVI NELLA STRISCIA – Intanto l’esercito israeliano ha reso noto di aver colpito oggi circa 20 obbiettivi nella Striscia di Gaza. Negli attacchi sono morti un ragazzo di 14 anni e altri due palestinesi, secondo fonti di Gaza. Funzionari palestinesi hanno riportato che il 14enne è rimasto ucciso da un attacco israeliano nella città di Deir al Balah, e che altre quattro persone sono rimaste ferite. A Bani Suheila una donna è stata uccisa e otto membri di una famiglia sono rimasti feriti da un attacco ad un’abitazione. Un uomo è stato ucciso in un attacco separato, che ha colpito una casa nel campo profughi Jebaliya, secondo le fonti palestinesi. Cannoniere della marina militare hanno inoltre aperto il fuoco contro il porto di Gaza, e si sono sviluppati degli incendi nel palazzo dove i pescatori ripongono le proprie attrezzature, secondo quanto ha riferito la polizia.


MINISTRO DIFESA ISRAELE: SE HAMAS PENSA DI LOGORARCI SI SBAGLIA – “Se Hamas pensa di averci logorato, si sbaglia”. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon. “Torneremo al tavolo solo dopo la fine del fuoco… non intendiamo fare compromessi”.

Stamattina i negoziatori palestinesi avevano minacciato di lasciare i colloqui al Cairo se la delegazione israeliana non tornerà nella città egiziana. Funzionari israeliani avevano fatto sapere in precedenza che i loro negoziatori, partiti dal Cairo venerdì, torneranno solo se fermeranno i lanci di razzi da parte di Gaza. Lo stallo diplomatico, insieme agli attacchi in corso, ha segnalato che un accordo più ampio per Gaza, come immaginato dalla comunità internazionale, rimarrà probabilmente difficile. Israele ha riferito che non aprirà i confini di Gaza, a meno che i gruppi militanti, incluso Hamas, disarmino. Hamas ha risposto che consegnare il suo arsenale di armi è inconcepibile. Sono state sollevate varie idee su come porre fine all’isolamento di Gaza, incluso lo schieramento di ispettori internazionali a tutti i valichi per affrontare le preoccupazioni di Israele circa il contrabbando di armi e di militanti. L’Europa ha ventilato l’idea di un collegamento tra i porti di Gaza e Cipro, con ispettori da entrambe le parti a controllare persone e merci. Funzionari israeliani hanno riferito che Israele finora ha respinto simili proposte. Invece una proposta fatta circolare dai mediatori egiziani nel fine settimana ha previsto un alleggerimento di alcune delle restrizioni, secondo i negoziatori palestinesi che hanno parlato a condizione di anonimato perché non autorizzati a discutere le decisioni interne con i giornalisti. Non è chiaro se si sia trattato di una proposta egiziana o israeliana. I negoziatori palestinesi hanno fatto sapere di aver respinto le idee, insistendo su una fine completo del blocco.

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