Buenos Aires (Argentina), 31 lug. (LaPresse/AP) – Si sono chiusi con un nulla di fatto gli accordi con i fondi speculativi americani. L’Argentina quindi si prepara al secondo default in 13 anni affermando di non poter accettare le condizioni degli hedge found, definiti “avvoltoi”. Un default che, secondo Standard & Poor’s, è già ufficiale, tanto che l’agenzia di rating ha tagliato la propria valutazione su Buenos Aires a ‘selective default’ da ‘CCC-‘. Daniel Pollack, il mediatore incaricato dal tribunale per portare avanti la trattativa, ha spiegato che mancato accordo ha innescato un imminente default che danneggerà l’economia argentina. “Le conseguenze complete di default non sono prevedibili, ma non sono certamente positive”, ha detto Pollack. Contrario alle condizioni poste, il ministro dell’Economia argentino Axel Kicillof. “Non firmiamo un accordo che mette a repentaglio il futuro di tutti gli argentini”, ha detto Kicillof. “Gli argentini possono mantenere la calma perché domani sarà solo un altro giorno e il mondo continuerà a girare”, ha concluso.

Il default è scattato a causa di una sentenza di un tribunale degli Usa. In pratica l’Argentina ha depositato su un banca Usa i 539 milioni di interessi per i bond scadenza 2033 entro la scedenza del 30 giugno ma il giudice, Thomas Griesa, ha impedito all’istituto di versare i fondi ai creditori che hanno accettato la ristrutturazione del debito argentino fino a quando Buenos Aires non avrà versato la somma di 1,3 miliardi di dollari a due hedge fund che non hanno accettato l’accordo e pretendono il rimborso della somma intera.

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