Gaza (Striscia di Gaza), 23 lug.(LaPresse/AP) – “Non rispettare la legge internazionale umanitaria e sui diritti umani potrebbe costituire crimine di guerra e contro l’umanità”. Lo ha dichiarato l’Alta commissaria delle Nazioni unite per i diritti umani, Navi Pillay, a proposito delle ostilità in corso nella Striscia di Gaza. “Israele ha degli obblighi in quanto potenza occupante”, ha aggiunto, dicendo che “sia i palestinesi sia gli israeliani meritano una vita migliore rispetto a quella di insicurezza cronica ed escalation ripetuta delle ostilità”. “Una pace duratura può cominciare solo con il rispetto dei diritti umani e della dignità umana da entrambe le parti”, ha aggiunto ribadendo che “i civili non devono essere colpiti” e ha precisato che deve essere rispettata la distinzione tra civili e combattenti e tra obiettivi civili e militari. Il Consiglio Onu per i diritti umani delle Nazioni Unite nel corso di una sessione speciale ha votato per autorizzare una commissione internazionale di inchiesta per investigare tutti i presunti abusi commessi nella Striscia di Gaza da metà giugno. Intanto sono 31 le persone rimaste uccise oggi a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta Haaretz, aggiungendo che sale così a 695 palestinesi morti il bilancio totale dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

INCHIESTA ONU. Il Consiglio Onu per i diritti umani delle Nazioni Unite nel corso di una sessione speciale ha votato per autorizzare una commissione internazionale di inchiesta per investigare tutti i presunti abusi commessi nella Striscia di Gaza da metà giugno. Solo gli Stati Uniti hanno votato contro la risoluzione, sostenuta dai Paesi arabi. Altri 17 Paesi del consiglio, formato da 47 membri, si sono astenuti. Israele ha detto che la decisione del Consiglio di indagare sul ruolo israeliano nel conflitto manda il messaggio ai gruppi estremisti nel mondo che usare scudi umani è una “strategia efficace”.Israele accusa Hamas di usare i civili come scudi umani. “Il consiglio per i diritti umani dovrebbe cominciare a fare indagini sulla decisione di Hamas di trasformare gli ospedali in basi di comando e le scuole in magazzini di armi, e di piazzare batterie di razzi nei parchi giochi, nelle case private e nelle moschee”, ha detto in un comunicato del premier israeliano Benjamin Netanyahu.

KERRY IN ISRAELE. I negoziati per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza hanno fatto “alcuni passi avanti”. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, John Kerry, arrivato oggi a Tel Aviv, per cercare una mediazione diplomatica nel conflitto. Il segretario di Stato americano è atterrato all’aeroporto Ben Guiron su un aereo militare, dopo la sospensione dei voli commerciali Usa a seguito della caduta di un razzo nei pressi dell’aeroporto.

“C’è ancora del lavoro da fare”, ha detto Kerry a Gerusalemme. Ban, parlando ai giornalisti prima di incontrare Kerry, ha detto: “Non abbiamo tanto tempo per aspettare e da perdere”. Il segretario di Stato Usa ha espresso “profonda gratitudine” per quelli che ha descritto come 30mila israeliani che spontaneamente sono scesi nelle strade di Gerusalemme per il funerale del soldato Max Steinberg, 24enne statunitense cresciuto in California e ucciso durante gli scontri nella Striscia di Gaza. “Questa è una dichiarazione significativa, siamo molto grati”, ha detto Kerry.

BILANCIO VITTIME. E’ salito a 695 il bilancio dei palestinesi morti nella Striscia dall’inizio dell’offensiva, secondo Haarez. Tra loro 161 bambini, 66 donne e 35 anziani: a riportarlo è l’agenzia palestinese Maan, che cita il ministero della Salute di Gaza, secondo cui sono 18 le vittime di attacchi aerei e di artiglieria oggi, 16esimo giorno dell’operazione Margine protettivo. Più di 4mila i feriti. Trentuno i morti israeliani, di cui due civili, secondo fonti militari dello Stato ebraico. Intanto, la Striscia continua a essere bombardata da terra, mare e aria.
Il portavoce del ministero della Salute, citato dall’agenzia Maan, Ashraf al-Qidra, riporta che l’ultima vittima è una bambina di 4 anni, Muna Rami al-Kharawt, morta nel nord della Striscia. I cadaveri di due donne di 50 e 70 anni sono stati estratti dalle macerie delle loro case nella zona di Zaytoun nella città di Gaza. Stamane 12 persone sono morte in un attacco a Deir al-Balah. Tra loro ci sono anche tre componenti di una stessa famiglia. I feriti sono 3.640. Dal lato israeliano, le vittime sono in totale 29, di cui 27 militari.

STOP AI VOLI. Intanto, molte compagnie aeree europee e statunitensi hanno sospeso i voli per l’aeroporto di Tel Aviv, dopo che un razzo è esploso vicino allo scalo di Ben Gurion.

L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha “raccomanda fortemente” alle compagnie aeree di evitare l’aeroporto di Tel Aviv. Tra le compagnie che hanno sospeso i voli anche Alitalia e Meridiana.

Israele aprirà l’aeroporto Uvda vicino a Eilat nel sud del Paese, alle compagnie aeree internazionali che vogliano utilizzarlo dopo avere sospeso i loro voli verso l’aeroporto di Tel Aviv. La Us Airways riprenderà domani i voli regolari verso Israele.

COMPAGNIE ANNULLANO VOLI. Le compagnie aeree internazionali continuano a cancellare i propri voli commerciali verso l’aeroporto di Tel Aviv. Scandinavian Airlines ha cancellato due voli da Copenhagen ieri pomeriggio e un altro stamane, annunciando che valuterà oggi se fare lo stesso con altri due voli previsti questa settimana. La compagnia a basso costo Norwegian ha fermato un volo da Stoccolma oggi e sta monitorando la situazione, ha riferito la portavoce della compagnia Charlotte Holmbergh Jacobsson. Stop ai suoi voli sino a nuovo ordine per Royal Jordanian, riporta il portavoce Basil al-Kilani.
Secondo gli esperti, le compagnie aeree stanno affrontando direttamente la questione della sicurezza dei loro passeggeri per evitare accuse di negligenza, dopo che la scorsa settimana un volo di Malaysia Airlines è stato abbattuto sopra la zona dell’Ucraina in cui sono in corso scontri, con 298 vittime. Il governo israeliano ha condannato la decisione delle compagnie e chiesto che queste la revochino, insistendo che l’aeroporto Ben Gurion è sicuro. Anche l’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha chiesto alla Federal Aviation Administration che la sospensione sia annullata. Bloomberg ha diffuso una nota in cui annunciava che avrebbe volato con la compagnia El Al verso Tel Aviv, per “mostrare solidarietà al popolo israeliano e provare che è sicuro volare da e verso Israele”.

LE COMPAGNIE. La compagnia Usa Delta Airlines ha cancellato a tempo indeterminato tutti i voli per Israele. Un Delta Boeing 747 proveniente da New York e diretto verso Tel Aviv ha deviato la sua rotta mentre era in volo sul Mar mediterraneo e si è diretto invece a Parigi. L’aereo, il volo 468, aveva a bordo 273 persone e 17 membri del’equipaggio. La Federal Aviation Administration degli Stati Uniti (Faa) ha comunicato alle compagnie aeree degli Stati Uniti che tutti i voli verso l’aeroporto Tel Aviv di Israele sono vietati per 24 ore. La Faa ha detto in un comunicato che il divieto dei voli è per 24 ore ed è cominciato alle 18.15 italiane. Il provvedimento si applica solo alle compagnie aeree americane, perché la Faa non ha autorità sulle compagnie aeree di altre nazioni. L’agenzia ha riferito che continuerà a monitorare e valutare la situazione, e che informazioni aggiornate verranno fornite alle compagnie aeree Usa “appena le condizioni lo permetteranno, ma non prima di 24 ore” dal momento in cui la direttiva è diventata operativa. L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) “raccomanda fortemente” alle compagnie aeree di evitare l’aeroporto di Tel Aviv. Hanno sospeso i voli anche Air France, Lufthansa, Klm, Air Canada, Alitalia e Meridiana.

ALMENO 100 MORTI A SHUJAIYYA. A fare in maggior numero di vittime in appena 24 ore è stata l’operazione militare nel sobborgo di Shujaiyya, avvenuta nelle prime ore di ieri: soldati israeliani appoggiati da carri armati e aerei da guerra si sono battuti con i militanti di Hamas nel quartiere, nella parte orientale della città di Gaza. Almeno cento le vittime, Il combattimento ha costretto migliaia a fuggire e ha danneggiato o distrutto decine di case. Sono 35mila gli sfollati, secondo fonti sanitarie palestinesi.

“SI E’ APERTA LA PORTA DELL’INFERNO”. Testimoni raccontano che i genitori portavano i bambini colpiti da frammenti, e le sale di pronto soccorso si sono rapidamente riempite, costringendo i medici a curare alcuni pazienti su materassi nei corridoi. “Si è aperta la porta dell’inferno, e i frammenti di proiettili sono arrivati attraverso le finestre”, ha raccontato al telefono Jawad Hassanain, residente di Shujaiyya. “La casa ha tremato, così ho preso mia madre, i miei figli e mio fratello, e abbiamo cercato rifugio in un palazzo vicino”.

KERRY: “SUBITO CESSATE IL FUOCO”. Intanto il segretario di Stato Usa ha detto che si aspetta di arrivare in Medioriente nei prossimi giorni, e che sostiene l’appello dell’Egitto per un immediato cessate il fuoco, respinto la scorsa settimana da Hamas. Kerry ha detto a “Meet The Press” di Nbc che sta dalla parte dell’Egitto, aggiungendo che “non si può premiare il terrorismo”, riferendosi ad Hamas. L’esercito israeliano ha reso noto che l’8% degli oltre 1.700 razzi lanciati verso Israele dall’8 luglio scorso sono arrivati da Shijaiyah. Durante una breve stasi mediata dalla Croce Rossa, i paramedici sono entrati nel sobborgo per recuperare i morti, estraendo i corpi dalle macerie delle case.

ISRAELE: “FORTE RESISTENZA A SHUJAIYYA”. Il colonnello Peter Lerner, portavoce dell’esercito israeliano, ha detto che i militari hanno incontrato un “alto” livello di resistenza da parte dei militanti di Hamas a Shujaiyya, con missili anti-carro armato, granate lanciarazzi e armi automatiche lanciate da case e palazzi. Finora, ha aggiunto, 10 ingressi ai tunnel sono stati ritrovati nella zona. Lerner ha detto che Shujaiyya era un’importante zona di lancio di razzi e che in precedenza era stato chiesto di lasciare la zona. “Ci stiamo mobilitando per colpire Hamas dove fa male”, ha detto.

UCCISI ANCHE I FIGLI DI UN LEADER DI HAMAS. Tra le persone uccise a Shujaiyyaoggi c’è anche Osama al-Haya, figlio del leader di Hamas Khalil al-Haya. Sono morti anche la moglie di Osama al-Haya e i due bambini di quattro e sei anni. Alcuni residenti hanno cercato di rifugiarsi da parenti, mentre altri si sono recati nelle scuole dell’Onu. Secondo l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, 63mila palestinesi hanno già trovato rifugio nei ripari delle Nazioni Unite. Il numero è più che triplicato dall’inizio dell’operazione di terra. L’agenzia pensa di aprire nuove scuole.

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