Il Cairo (Egitto), 22 lug. (LaPresse) – “Noi cerchiamo di fare di tutto per ridurre il numero di vittime civili”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sostenendo che sono i palestinesi che nascondono i terroristi tra la popolazione. “Siamo vittime del regime di Hamas”, ha aggiunto. “Hamas è come Al Qaeda, come Hezbollah, come Boko Haram”, ha concluso Netanyahu.

BAN KI-MOON: “CONDANNO LA VIOLENZA DI HAMAS, CONDOGLIANZE AGLI ISRAELIANI”. “Sono in Israele con il cuore gonfio di tristezza, ho visto dal vivo i razzi lanciati da Hamas che stanno colpendo il Paese, i quartieri dove vivono le persone, e questo è stato scioccante. Condanniamo questo tipo di violenze, vanno fermate subito”, ha detto il segretario dello Onu Ban Ki-Moon che con Netanyahu ha preso parte a una conferenza stampa congiunta. “Condanniamo – ha aggiunto – l’uso di questa forma di violenza (da parte di Hamas, ndr) contro gli obiettivi civili, le scuole e gli ospedali, non possiamo accettare questi lanci di razzi perché abbiamo l’obbligo internazionale di proteggere i civili. Quindi porgo le condoglianze al popolo di Israele in relazione a questa escalation di violenza”. Ha spiegato di aver parlato con la mamma del ragazzo 16enne morto, uno dei due civili rimasti vittime dei missili palestinesi. “Condivido le preoccupazioni del Consiglio di sicurezza espresse qualche giorno fa”, ha proseguito. “Le azioni militari che mettono a repentaglio la sicurezza di Israele non sono accettabili” e “capisco la necessità di proteggere il popolo di Israele. La ricostruzione dopo le violenze è uno degli aspetti importanti che dobbiamo perseguire, quindi se porremo fine alle violenze riconoscendo il diritto di Israele di esistere saremo già sulla buona strada”.

KERRY: “IL CESSA IL FUOCO NON BASTA”. “Raggiungere il cessate il fuoco non basta: è imperativo che ci sia un impegno serio in discussioni e negoziati” sulle “complicate questioni che hanno portato a questa crisi”. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, John Kerry, nel corso di una conferenza stampa al Cairo, dove ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fatah el-Sissi. Al Cairo si trova anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. “La comunità internazionale – ha aggiunto Kerry – è qui al lavoro perché vediamo troppo spargimento di sangue, anche di cittadini statunitensi”.

USA STANZIANO 47 MILIONI PER LA CRISI UMANITARIA A GAZA. “La crisi umanitaria a Gaza peggiora di giorno in giorno, la gente perde le case, l’accesso al cibo e l’acqua scarseggia. Gli Usa hanno stanziato 47 milioni di dollari in aiuti umanitari, ma sappiamo che la comunità internazionale dovrebbe fare di più”.

ITALIA-FRANCIA-GERMANIA: “PERSEGUIREMO LE MANIFESTAZIONI ANTISEMITE IN EUROPA”. I ministri degli Esteri di Italia, Germania e Francia hanno pubblicato una nota congiunta nella quale condannano “agitazioni antisemite, discorsi di odio contro gli ebrei, attacchi contro le persone di fede ebraica”, annunciando l’intenzione di procedere “con ogni mezzo legale disponibile” contro “antisemitismo, razzismo e xenofobia”.

Ecco il testo completo della nota, firmata dai ministri degli Esteri italiana Federica Mogherini, tedesco Frank-Walter Steinmeier e francese Laurent Fabius: “L’agitazione antisemita, i discorsi d’odio contro gli ebrei, gli attacchi contro le persone di credo ebraico e contro le sinagoghe non possono essere tollerate nelle nostre società in Europa. Condanniamo con forza oltraggiose dichiarazioni, dimostrazioni e attacchi antisemiti nei nostri Paesi dei giorni scorsi. Rispettiamo la libertà di riunione e di espressione. Comunque, procederemo con tutti i mezzi legali disponibili contro azioni e dichiarazioni che siano considerabili come atti di antisemitismo, razzismo e xenofobia. Niente, incluso il drammatico confronto militare a Gaza, giustifica alcuna trasgressione simile in Europa. Faremo del nostro meglio, insieme e nei nostri Paesi, per assicurarci che tutti i concittadini continuino a vivere in pace e sicurezza”.

ISRAELE: “NO ALLA TREGUA UMANITARIA”. Israele ha respinto la richiesta delle Nazioni unite di una nuova tregua umanitaria nella Striscia di Gaza. Il quotidiano israeliano Haaretz riporta che Yoav Mordechai, coordinatore delle attività del governo israeliano nei territori, ha formalmente rifiutato la proposta fatta dall’inviato Onu in Medioriente, Robert Serry.

INTERCETTATO UN RAZZO SULLA METRO DI TEL AVIV. Le sirene che segnalano la minaccia di razzi in arrivo hanno suonato a Tel Aviv e in seguito il sistema di difesa Iron Dome ha intercettato un missile lanciato da Gaza, mentre si trovava sopra l’area metropolitana. Lo fa sapere l’esercito israeliano. Un altro razzo ha colpito la città di Yehud, nel centro del Paese, e in precedenza Iron Dome ne aveva intercettati sette sopra Ashdod, riportano ancora le forze armate.

DISPERSO UN SOLDATO ISRAELIANO A SHUJAIYYA. Uno dei soldati israeliani attaccati domenica nel quartiere Shujaiyya nella città di Gaza è stato dichiarato disperso dall’esercito. Lo fanno sapere le forze armate dello Stato ebraico, secondo quanto riporta Haaretz. In precedenza il braccio militare di Hamas aveva rivendicato di aver catturato un soldato israeliano nel corso dell’offensiva Margine protettivo sulla Striscia di Gaza, ma Israele non aveva confermato. Secondo i media, il militare disperso si trovava nel mezzo blindato che è stato attaccato nel fine settimana. I corpi di altri sei soldati erano stati recuperati. Un ufficiale dell’esercito israeliano, a condizione di anonimato, ha confermato che del soldato non si hanno notizie ma non ha specificato se sia ritenuto morto o vivo.

KERRY E BAN KI-MOON AL CAIRO. Il segretario di Stato Usa John Kerry e il segretario delle Nazioni unite Ban Ki-moon sono arrivati al Cairo nell’ambito dei tentativi mirati a raggiungere un cessate il fuoco tra Hamas e Israele. I due si sono incontrati stasera, mentre nei prossimi giorni Kerry parlerà con diversi funzionari, tra cui il presidente egiziano Abdel-Fattah el-Sissi, il ministro degli Esteri Sameh Shukri e il presidente della Lega araba Nabil Elaraby. Per il momento non sono in programma incontri faccia a faccia con ufficiali dal Qatar, Turchia, Israele e dell’Autorità nazionale palestinese, hanno riferito funzionari del dipartimento di Stato. Raggiungere un cessate il fuoco sarà un compito difficile, hanno ammesso gli ufficiali, notando che non è chiaro quali possano essere le richieste di Israele e di Hamas. L’apertura dei valichi di frontiera al confine tra la Striscia e Israele, hanno riferito, è uno degli argomenti delle discussioni.

USA INVIANO 47 MILIONI DI DOLLARI IN AIUTI UMANITARI A GAZA. L’annuncio è stato dato dal dipartimento di Stato Usa, che ha precisato che 15 milioni di dollari andranno all’Unrwa. Gli aiuti saranno destinati agli abitanti della Striscia di Gaza costretti ad abbandonare le proprie case dall’inizio dell’offensiva israeliana l’8 luglio scorso.

KERRY: “NON BASTA TREGUA, AFFRONTARE PROBLEMI A BASE DEL CONFLITTO”. “Lavoreremo per vedere se c’è un modo per arrivare non soltanto a qualche tipo di cessate il fuoco, ma anche per iniziare una discussione sulle questioni che stanno alla base. Nulla sarà risolto con un cessate il fuoco, temporaneo o lungo, senza che ci si occupi di questi problemi ad un certo punto, ed è quello che dobbiamo fare”, ha affermato Kerry all’inizio dell’incontro con Ban Ki-moon al Cairo.

BAN KI-MOON: “LE VIOLENZE SI FERMINO SUBITO”. “Non possiamo dichiarare la vittoria tornando semplicemente allo stato precedente, il quale aveva portato a questo terribile spargimento del sangue”, ha affermato il segretario generale dell’Onu.

COLPITO OSPEDALE AL AQSA. ISRAELE: VICINO C’E’ MAGAZZINO ARMI. L’ospedale al-Aqsa a Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, è stato colpito dall’esercito israeliano perché vicino si trova un presunto magazzino di missili anticarro. E’ quanto risulta dalle indagini preliminari delle forze armate di Tel Aviv sul bombardamento della clinica, in cui hanno perso la vita almeno quattro persone e altre 60 sono rimaste ferite. “Vittime civili sono un tragico aspetto inevitabile del brutale e sistematico sfruttamento di case, ospedali e moschee a Gaza”, ha affermato l’esercito in una nota.

SETTE SOLDATI ISRAELIANI UCCISI IN 24 ORE. Sette soldati israeliani sono stati uccisi in scontri con Hamas nella Striscia di Gaza. Sale così a 27 morti il bilancio degli israeliani che hanno perso la vita dall’inizio dell’operazione militare ‘Margine protettivo’: sono 25 militari e due civili. Quattro militari, ha riferito l’esercito, sono stati uccisi in uno scontro con militanti di Hamas che cercavano di entrare in Israele attraverso un tunnel, mentre altri tre sono morti durante battaglie a Gaza.

OBAMA: “TREGUA SUBITO, TROPPE VITTIME CIVILI”. “L’obiettivo della comunità internazionale deve essere chiedere immediatamente una tregua” nelle ostilità in corso nella Striscia di Gaza. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in conferenza stampa alla Casa Bianca. “Israele – aggiunto – ha il diritto di difendersi dai missili e come risultato di questa operazione ha già danneggiato Hamas in modo significativo”. Ma, ha continuato, “siamo molto preoccupati per il numero di vittime civili palestinesi, che cresce ogni giorno”. “Non vogliamo più vedere vittime civili”, ha aggiunto, perciò il segretario di Stato John Kerry “incontrerà gli alleati per chiedere una tregua immediata basata su quella del 2012”, che metta fine alle ostilità nella Striscia di Gaza. “Il suo compito – ha concluso – non sarà facile, ci sono enormi difficoltà in questa questione, gli organi coinvolti sonno tanti, ma ho chiesto a Kerry di fare tutto il possibile”, ha proseguito Obama.

“COLPITI 160 MILITANTI”. Dall’inizio dell’offensiva di terra israeliana nella Striscia di Gaza, giovedì scorso, sono 160 i militanti palestinesi uccisi. Lo riporta un portavoce dell’esercito di Israele, citato da Haaretz. Le truppe israeliane hanno scoperto 45 tunnel dalla Striscia verso il territorio dello Stato ebraico, alcuni dei quali all’interno di scuole e moschee. Gli ultimi due militanti sono stati uccisi quando i mezzi corazzati hanno sparato contro tre uomini armati, riporta l’esercito.

UCCISI 350 CIVILI. Secondo fonti di Gaza, il bilancio totale dei palestinesi uccisi nella Striscia è di 510, mentre sono oltre 1.350 i feriti. Circa 350 morti, quindi, sono civili.

COLPITO OSPEDALE: 4 MORTI. L’artiglieria israeliana ha colpito l’ospedale al-Aqsa a Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, uccidendo 4 persone e ferendone 60. Dodici i colpi d’artiglieria caduti sulla clinica, che hanno colpito l’edificio amministrativo, la terapia intensiva e il dipartimento di chirurgia. I video della stazione televisiva al-Aqsa di Hamas hanno mostrato i feriti trasportati su barelle. L’esercito israeliano dichiara che sta conducendo verifiche. Tra i feriti ci sono anche 30 membri del personale dell’ospedale. Un medico, Fayez Zidane, ha raccontato all’emittente che i proiettili hanno colpito il terzo e il quarto piano, oltre all’area della reception. “L’ospedale continua a essere attaccato”, ha detto, aggiungendo di aver trovato parti di razzi, probabilmente di uno dei colpi caduti. Zidane ha invocato l’aiuto da parte di Croce rossa e di un altro ospedale, perché mandino soccorsi.

CITTADINI ARABI DI ISRAELE IN SCIOPERO CONTRO L’OFFENSIVA. Gli arabi in Israele stanno aderendo a uno sciopero, per protestare contro l’offensiva dell’esercito nella Striscia di Gaza. La proteste sono state indette dall’Alto comitato di monitoraggio arabo, per dare il via a uno sciopero generale a causa dell’alto numero di vittime civili palestinesi. Hanno risposto molti abitanti delle principali città arabe, Nazaret, Umm al Fahm e Sakhnin, e diverse comunità minori. Il dato è significativo perché solitamente gli inviti del genere vengono ignorati dagli arabi. Oltre allo sciopero, si legge su Haaretz, il comitato ha indetto un giorno di lutto e una processione a Nazaret alle 17 locali, le 16 italiane.

HEZBOLLAH: “PRONTI A SOSTENERE HAMAS”. Inatnto l’organizzazione islamica Hezbollah è pronta ad assistere Hamas e il Movimento per il jihad islamico a Gaza. Il capo del gruppo libanese, Hassan Nasrallah, ha chiamato al telefono sia il leader di Hamas, Khaled Meshal, che il capo jahadista Ramadan Shalah, per offrire il proprio aiuto. Hezbollah è stata protagonista del conflitto tra Israele e Libano del 2006 e negli ultimi anni è sceso in campo a sostegno del regime di Bashar aAssad in Siria.

CONSIGLIO SICUREZZA ONU: “ISRAELE SI RITIRI”. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, nel corso di una riunione di emergenza tenuta nella notte, ha espresso “seria preoccupazione” per l’aumento di vittime civili nel corso dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, chiedendo l’interruzione immediata dei combattimenti. È quanto si legge una bozza di risoluzione presentata dalla Giordania, che ha richiesto la convocazione del Consiglio, di cui Associated Press ha ottenuto una copia. La bozza chiede un cessate il fuoco immediato e “il ritiro delle forze di occupazione di Israele dalla Striscia di Gaza”. Il testo giordano richiede inoltre protezione per i civili, l’annullamento delle “restrizioni israeliane imposte ai movimenti di merci e persone dentro e fuori la Striscia di Gaza” e assistenza umanitaria immediata ai civili di Gaza. La risoluzione chiede infine “nuovi e urgenti sforzi di entrambe le parti e della comunità internazionale” verso la pace. Il bilancio delle vittime fra i palestinesi, riporta il ministero della Salute di Gaza, ha raggiunto quota 501 morti.

“RAPITO SOLDATO ISRAELIANO”. TEL AVIV: “NON E’ VERO”. Le brigate al-Quassam hanno annunciato ieri sera di aver rapito un soldato israeliano, Shaul Aron. Il soldato sarebbe stato catturato durante i combattimenti nella Striscia di Gaza. Parlando ad una stazione televisiva di Hamas, il portavoce Abu Ubaida ha dichiarato: “Abbiamo catturato un soldato sionista e l’occupazione non l’ho ha ammesso”. In nottata è arrivata la smentita. “Non c’è nessun soldato israeliano rapito”, ha dichiarato l’ambasciatore di Israele alle Nazioni unite, Ron Prosor. In passato Hamas aveva già annunciato sequestri di militari che si erano poi rivelati falsi. Per Israele il rapimento di un proprio soldato rappresenta uno scenario che porterebbe a grosse difficoltà. Nel 2006 Hamas catturò il soldato Gilad Shalit e lo tenne prigioniero fino al 2011, quando Israele accettò di scarcerare oltre mille detenuti palestinesi in cambio del suo rilascio.

TREDICI SOLDATI UCCISI A SHUJAIYYA. Sono 13 i soldati israeliani rimasti uccisi nella Striscia di Gaza ieri durante l’offensiva sul quartiere di Shujaiyya. Lo afferma l’esercito di Israele. Decine i soldati feriti. In serata l’esercito israeliano ha pubblicato i nomi di cinque dei militari uccisi: maggiore Tzafrir Bar-Or, comandante della brigata Golani, 32 anni, proveniente da Holon; capitano Gilad Yaakovi, militare della brigata Golani, 21 anni, proveniente da Kiryat Ono; capitano Tzvi Kaplan, comandante della brigata Golani, 28 anni, proveniente da Kdumim; sergente Oz Mandelovitz, militare della Brigata Golani, 21 anni, proveniente da Avtalion; Nissim Sean Karmeli, soldato nella Brigata Golani, 21 anni, proveniente da Ra’anana.

NETANYAHU: “VOGLIONO ACCUMULARE MORTI CIVILI”. “Israele sta prendendo di mira solo militanti nella sua campagna, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, parlando con la Cnn. “Tutte le vittime civili non sono volute da noi, ma sono volute da Hamas. Vogliono accumulare tutti i morti civili che riescono, è orribile”, ha detto il premier.

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