Buenos Aires (Argentina), 4 lug. (LaPresse/AP) – Sono stati condannati all’ergastolo i due alti ufficiali processati in Argentina per l’omicidio del vescovo Enrique Angelelli, assassinato durante la dittatura. I giudici del tribunale di La Roja hanno pronunciato la sentenza nei confronti dell’ex generale dell’esercito Luciano Benjamin Menendez, 86 anni, e dell’ex vice commodoro Luis Fernando Estrella, 82 anni. Le motivazioni saranno rese note a settembre. Angelelli, vescovo di La Roja, era uno dei più noti vescovi di sinistra del Paese, in un contesto religioso generalmente conservatore, e morì in un incidente d’auto il 4 agosto del 1976 poco dopo l’instaurarsi della dittatura militare e dell’inizio della cosiddetta Guerra sporca, la repressione contro la dissidenza. Per decenni, le autorità insistettero che la sua morte fu accidentale.

Il caso fu riaperto nel 2010, quando un ex sacerdote che era in auto con Angelelli, Arturo Pinto, ha testimoniato raccontando che il veicolo fu spinto intenzionalmente fuori strada. Il futuro papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio, era in buoni rapporti con Angelelli, sebbene non ne condividesse le vedute politiche. Come capo dei gesuiti in Argentina, Bergoglio era intervenuto su richiesta del vescovo per salvare tre seminaristi, dopo che altri cattolici furono uccisi nella provincia nel 1976. I seminaristi erano nel mirino di squadre della morte, perché accusati di essere “contaminati con idee marxiste”. Bergoglio riuscì a salvare Mario La Civita, Enrique Martinez e Raul Gonzalez.

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