Washington (Usa), 31 mag. (LaPresse/AP) – L’unico soldato statunitense detenuto in Afghanistan è libero dopo quasi cinque anni di prigionia. Lo hanno reso noto funzionari Usa spiegando che i talebani hanno accettato di rilasciare il sergente Bowe Bergdahl in cambio della liberazione di cinque detenuti afghani dal carcere statunitense di Guantanamo Bay, a Cuba. Il trasferimento è avvenuto dopo una settimana di intense trattative con la mediazione del governo del Qatar, che prenderà in custodia gli afghani. In una dichiarazione, il presidente Usa Barack Obama ha detto che il recupero di Bergdahl testimonia “l’impegno dell’America per non lasciare nessun uomo o donna in divisa sul campo di battaglia”. Bergdahl, 28enne di Hailey, Idaho, era stato catturato dai talebani il 30 giugno 2009. Diverse decine di forze speciali americane sono state coinvolte nello scambio, che ha avuto luogo questa sera nella parte orientale dell’Afghanistan, vicino al confine pakistano. Bergdahl è in buone condizioni e in grado di camminare. Dovrebbe essere trasferito a Bagram Air Field, la principale base americana in Afghanistan, e poi negli Stati Uniti.
Funzionari Usa, che hanno parlato mantenendo l’anonimato, hanno spiegato che gli Usa ritengono che Bergdahl è stato detenuto per la maggior parte del tempo in Pakistan e che non è chiaro quando sia stato trasportato in Afghanistan orientale. Obama ha parlato con i genitori del soldato quando è stato preso in custodia dagli Usa. La famiglia di Bergdahl era a Washington per una visita già programmata quando ha ricevuto la notizia. “Non vediamo l’ora di avvolgere le braccia intorno al nostro unico figlio”, hanno detto Bob e Jani Bergdahl esprimendo “gioia e sollievo” per la liberazione. Tra le condizioni per il rilascio dei prigionieri di Guantanamo, quella di non poter viaggiare al di fuori del Qatar per almeno un anno.
I detenuti afghani rilasciati da Guantanamo dovrebbero essere:
– Abdul Haq Wasiq, vice ministro talebano dell’intelligence;
– Mullah Norullah Nori, un alto comandante talebano nella città settentrionale di Mazar-e-Sharif, quando i talebani hanno combattuto le forze americane alla fine del 2001;
– Khairullah Khairkhwa, che ha ricoperto vari ruoli tra i talebani, tra cui il ministro degli Interni, e aveva legami diretti con il mullah Omar e Osama bin Laden;
– Mohammed Nabi, prima capo della sicurezza per i talebani a Qalat, in Afghanistan, e in seguito ha lavorato come operatore radio per l’ufficio comunicazioni dei talebani a Kabul;
– Mohammad Fazl, che secondo Human Rights Watch potrebbe essere perseguito per crimini di guerra in quanto avrebbe organizzato l’uccisione di massa di musulmani sciiti in Afghanistan nel 2000 e 2001.
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