Pechino (Cina), 22 mag. (LaPresse/AP) – Trentuno persone sono morte e più di 90 sono rimaste ferite in un attentato avvenuto in un mercato di Urumqi, capoluogo della provincia cinese dello Xinjiang. Il presidente della Cina, Xi Jinping, ha reagito immediatamente, affermando che le autorità “puniranno severamente i terroristi e non risparmieranno sforzi mirati a mantenere la stabilità”.

LA DINAMICA DELL’ATTENTATO. Gli assalitori a bordo di due suv hanno superato delle barriere di metallo alle 7.50 del mattino (l’1.50 in Italia), addentrandosi tra la folla nel mercato e facendo detonare degli ordigni esplosivi. I veicoli si sono poi schiantati e uno è esploso, ha riportato l’agenzia di stampa Xinhua. Secondo un testimone citato dall’agenzia, in tutto si è verificata una dozzina di deflagrazioni. Le autorità locali hanno fatto sapere che si è trattato di “un grave e violento incidente terroristico di natura particolarmente orrenda”. Per il momento non ci sono state rivendicazioni, ma le autorità avevano attribuito le recenti violenze nella regione agli estremisti uiguri che lottano contro il governo di Pechino.


L’ATTACCO PIU’ GRAVE NELLO XINJIANG DAL 2009. Si tratta dell’attentato con il più grave bilancio delle vittime avvenuto nello Xinjiang dai disordini del 2009 a Urumqi tra uiguri e membri dell’etnia han, in cui persero la vita quasi 200 persone. “Ho sentito quattro o cinque esplosioni, ero molto spaventato e ho visto tre o quattro persone per terra”, ha raccontato un testimone, Fang Shaoying, proprietario di un piccolo supermercato situato nella zone dell’attacco. Nelle immagini pubblicate su Weibo, il sito di social media cinese, si vedono corpi sulla strada e sullo sfondo un grande incendio che manda in aria una nube di fumo nero. In altre foto si vedono ambulanze, camion dei pompieri e poliziotti che allestiscono blocchi stradali.


LE TENSIONI NELLO XINJIANG. A fine aprile un’esplosione si era verificata nella stazione ferroviaria di Urumqi e nell’attacco erano morte tre persone, tra cui due assalitori, mentre altre 79 erano rimaste ferite. Da allora nella città sono state rafforzate le misure di sicurezza. La responsabilità degli attacchi è stata attribuita da Pechino agli estremisti uiguri, ma è difficile confermare con fonti indipendenti le informazioni in arrivo dalla regione nordoccidentale. L’attacco di oggi è avvenuto due giorni dopo che i tribunali dello Xinjiang hanno condannato 39 persone a pene detentive per accuse di gestione di gruppi terroristici, incitamento all’odio etnico, discriminazione su base etnica e fabbricazione di armi.

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