Baghdad (Iraq), 30 apr. (LaPresse/AP) – Si sono aperte le urne in Iraq per eleggere il nuovo Parlamento. Le votazioni sono cominciate alle 7 di mattina, ora locale, e finiranno alle 18. Sono 22 milioni gli elettori iracheni aventi diritto, chiamati a scegliere i rappresentanti per i 328 seggi in Parlamento. Centinaia di migliaia di soldati e poliziotti sono schierati a guardia delle sedi elettorali. Si tratta delle prime votazioni a livello nazionale dopo il ritiro degli Stati Uniti, nel 2011. Si prevede che a vincere la maggior parte dei seggi sia una formazione politica sciita guidata da Nouri al-Maliki, primo ministro del Paese da otto anni. E’ improbabile tuttavia che ottenga una maggioranza. Al-Maliki dovrà mettere insieme una coalizione per ottenere il terzo mandato.

Nel centro di Baghdad, la polizia e l’esercito hanno stabilito posti di blocco a circa 500 metri di distanza, mentre pickup con mitragliatrici sul tetto perlustrano le strade. La maggior parte della città sembra deserta, e non c’è il traffico per il quale è nota la capitale. Molti negozi sono rimasti chiusi. Gli elettori vengono sottoposti a diverse perquisizioni prima di poter entrare nei seggi, e le strade che portano alle sedi delle votazioni sono bloccate da camion della polizia e filo spinato. Le autorità hanno chiuso lo spazio aereo per le elezioni e hanno vietato la circolazione di veicoli per ridurre il pericolo di autobombe. Il personale dell’esercito e della polizia ha già votato lunedì, per poter essere libero di garantire oggi la sicurezza del resto degli elettori. Gli iracheni all’estero, in circa 20 Paesi, hanno votato domenica e lunedì.

“Ho deciso di andare e di votare presto, mentre è sicuro. Le folle attirano gli attacchi”, ha detto Azhar Mohammed mentre lei e il marito si recavano in un seggio elettorale nel distretto Karadah, a prevalenza sciita. La donna, 37 anni, è vestita a lutto perché ha appena perso il fratello, un soldato ucciso la scorsa settimana nella città di Mossul. “Ci sono stati gravi errori nella gestione del Paese, e credo sia il momento di eleggere nuove persone”, ha aggiunto la donna. Non lontano da lei, Essam Shukr scoppia a piangere, ricordando il figlio ucciso nel corso di un attentato suicida a Karadah lo scorso mese. “Spero che queste elezioni ci portino alla salvezza”, ha detto l’uomo, 72 anni. “Vogliamo una vita migliore per i nostri figli e i nostri nipoti, che non possono neanche andare nei campi di gioco o nei parchi di divertimento a causa della situazione della sicurezza. Vogliamo una vita migliore per tutti gli iracheni”.

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