Sinferopoli (Ucraina), 16 mar. (LaPresse/AP) – Urne aperte in Crimea, regione a maggioranza russofona nel sud dell’Ucraina, per il referendum con il quale i residenti sono chiamati a decidere se separarsi dall’Ucraina e aderire alla Russia. Due i quesiti ai quali dovranno rispondere gli elettori: ‘Sostieni la riunificazione della Crimea con la Russia?’ e ‘Sostieni il ripristino della Costituzione della Repubblica di Crimea del 1992 mantenendo lo status della Crimea come parte dell’Ucraina?’. Si attende un sì all’annessione a Mosca. L’affluenza è molto alta: a mezzogiorno aveva già votato oltre il 44% della popolazione, pari a più di 670mila persone. Le schede stampate per il referendum sono circa un milione e mezzo. I seggi chiuderanno alle 20 ora italiana e i primi risultati sono attesi per le 22.
A Sebastopoli, capitale della Crimea dove ha sede la Flotta sul Mar Nero della Russia in virtù di un accordo con l’Ucraina, l’entusiasmo per il referendum è alto e prima dell’apertura dei seggi i cittadini avevano già formato lunghe code in attesa di poter votare. In uno dei seggi, per esempio, nei primi 15 minuti hanno votato oltre 70 persone. “Oggi è un giorno importante per tutta la Crimea, per l’Ucraina e la Russia”, ha detto una delle elettrici, Manita Meshchina. “Penso che ci si attenda una maggioranza di sì, il che significa che le persone ritengono di avere bisogno di stare con la Russia”, ha aggiunto. Un’altra elettrice, Vera Sverkunova, 66 anni, rispondendo alla domanda su come avesse votato, ha intonato un canto patriottico: “Voglio andare in Russia, è da così tanto tempo che non vedo mia mamma”.
Ieri le autorità ucraine hanno denunciato che le forze russe, sostenute da elicotteri di appoggio tattico e veicoli blindati, sono avanzati di circa 10 chilometri oltre il confine della Crimea in un’altra regione ucraina, quella di Kherson, dove avrebbero preso il controllo del villaggio di Strilkove in cui si trova una struttura per la distribuzione del gas naturale.
Il voto di oggi è considerato illegittimo sia dall’attuale governo di Kiev, nato dopo le proteste del Maidan e dopo la fuga del presidente Viktor Yanukovych, sia dai Paesi occidentali. Dopo la fuga di Yanukovych in Russia, il controllo della Crimea è stato preso da milizie locali e truppe armate sotto l’apparente comando di Mosca. In caso di approvazione del referendum, la Russia affronta il rischio di sanzioni da parte dei Paesi occidentali.
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