Kuala Lumpur (Malesia), 8 mar. (LaPresse/AP) – Emerge l’ipotesi di attentato terroristico per l’aereo Malaysia Airlines scomparso ieri mentre volava sulle acque tra Malesia e Vietnam. A far sospettare che il velivolo, partito da Kuala Lumpur verso Pechino con 239 passeggeri a bordo, non abbia avuto un incidente ci sono in particolare due elementi: l’assenza di segnali di allarme o di guasti tecnici da parte del personale di bordo e la presenza nell’elenco dei passeggeri di due uomini i cui passaporti erano stati rubati in Thailandia, i cui veri proprietari non erano sul volo. Mentre le ricerche del relitto proseguono e le autorità restano caute nel dare spiegazioni, ecco un elenco delle possibili cause della scomparsa del Boeing 777.
– Un grave guasto strutturale della fusoliera o dei motori Rolls-Royce Trent 800. La maggior parte degli aerei è fatta di alluminio, suscettibile a corrosione nel tempo, specialmente nelle zone ad alta umidità. Tuttavia, vista la lunga storia del velivolo e il record di sicurezza del Boing 777, gli esperti ritengono questo scenario improbabile.
– Di maggior rischio per l’integrità dell’aereo è la costante pressurizzazione e depressurizzazione della cabina nelle fasi di decollo e atterraggio. Nell’aprile 2011, un Boeing 737-300 di Southwest Airlines perse velocemente pressione poco dopo il decollo da Phoenix, dopo che la fusoliera si ruppe, causando uno squarcio. L’aereo, con 118 persone a bordo, atterrò senza danni. Simili rotture, però, sono improbabili nel caso dell’aereo scomparso ieri: i Boeing 777 volano su lunghe distanze, con meno decolli e atterraggi, sottoponendo così a minore stress la fusoliera.
– Maltempo. Gli aerei sono progettati per volare nelle peggiori condizioni meteo possibili. Tuttavia, nel giugno 2009 un volo di Air France da Rio de Janeiro a Parigi si schiantò nell’oceano durante una violenta tempesta sull’oceano Atlantico. Gli indicatori di velocità dell’Airbus A330 in quell’occasione diedero dati non corretti. Questo, unito a decisioni errate dei piloti, mandò l’aereo in stallo facendolo precipitare in acqua. Tutti i 228 passeggeri e l’equipaggio morirono. I piloti non chiesero mai aiuto via radio. Nel caso del volo scomparso ieri, però, non ci sono indicazioni di cattive condizioni meteo.
– Disorientamento del pilota. I piloti potrebbero avere tolto il pilota automatico ed essere andati fuori rotta, accorgendosene soltanto quando ormai era troppo tardi. L’aereo potrebbe aver volato per altre cinque o sei ore dal punto dell’ultimo contatto radar, in un raggio di circa 3mila miglia. Questa possibilità è improbabile, perché l’aereo sarebbe probabilmente stato intercettato da qualche radar. É tuttavia troppo presto per eliminare questa eventualità.
– Rottura di entrambi i motori. Nel gennaio 2008, un Boeing 777 di British Airways si schiantò vicino alla pista dell’aeroporto londinese di Heathrow. Mentre il velivolo si preparava ad atterrare, i motori persero potenza a causa di un accumulo di ghiaccio nell’alimentazione del carburante. Non ci furono vittime. Questo scenario è possibile, ma secondo gli esperti l’aereo Malaysia Airlines avrebbe potuto procedere ancora per circa 20 minuti, dando ai piloti il tempo di mandare un segnale di emergenza. Quando un A320 di US Airways perse entrambi i motori nel gennaio 2009 dopo il decollo dall’aeroporto LaGuardia di New York era ad altitudine molto minore. Il pilota parlò lungamente con i controllori del traffico aereo prima di finire il volo nel fiume Hudson.
– Bomba. Diversi aerei sono stati abbattuti con bombe, tra cui il volo Pan Am 103 tra Londra e New York, nel dicembre 1988. Un altro di Air India fu fatto cadere così nel giugno 1985, mentre viaggiava tra Montreal e Londra. Un altro di French airline – Union des Transports Aériens nel settembre 1989 fu fatto esplodere sopra il deserto del Sahara.
– Dirottamento. Un tradizionale dirottamento sembra improbabile, perché chi lo esegue di solito atterra in un aeroporto, facendo richieste. E’ tuttavia ipotizzabile una azione in stile 11 settembre, in cui terroristi potrebbero aver intenzionalmente tuffato l’aereo nell’oceano.
– Pilota suicida. A fine anni ’90 furono due i casi di jet che gli investigatori sospettano siano stati intenzionalmente fatti schiantare dai loro piloti.
– Abbattimento accidentale da parte di eserciti nazionali. Nel luglio 1988 un missile terra-aria lanciato dall’incrociatore Vincennes della Marina Usa abbattè un Airbus di Iran Air che sorvolava lo Stretto di Hormuz, uccidendo tutte le 290 persone a bordo. Nel settembre 1983, un volo di Korean Air Lines fu abbattuto da un jet da combattimento russo.
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