Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), 7 feb. (LaPresse/AP) – Migliaia di manifestanti antigovernativi sono scese in strada oggi in varie città della Bosnia-Erzegovina per protestare contro corruzione e disoccupazione. Sono scoppiati scontri con la polizia e il bilancio è di circa 200 feriti. I dimostranti hanno assaltato il palazzo della presidenza e un altro palazzo governativo a Sarajevo e hanno poi appiccato il fuoco, mentre la polizia antisommossa ha sparato gas lacrimogeni per cercare di fermarli. Attacchi a palazzi governativi anche a Tuzla, Zenica, Mostar e Travnik. Nella città settentrionale di Brcko la folla ha preso in ostaggio il sindaco e poco dopo lo ha poi liberato. Le manifestazioni antigovernative sono cominciate giorni fa a Tuzla e si sono diffuse oggi al resto del Paese.
PROTESTE IN TUTTO IL PAESE. Migliaia di persone sono scese in strada in decine di città del Paese, dove la disoccupazione ha raggiunto quasi il 40%. Si tratta dei peggiori disordini sociali cui il Paese abbia assistito dalla guerra del 1992-1995, in cui morirono oltre 100.000 persone.
A SARAJEVO IN FIAMME PALAZZO PRESIDENZA. Nel centro di Sarajevo sono stati dati alle fiamme auto e diversi palazzi, fra cui la sede della presidenza della Bosnia e un altro edificio governativo. La polizia in assetto antisommossa ha cercato di fermare i dimostranti, usando gas lacrimogeni e battendo i manganelli contro gli scudi per disperdere la folla.
DISORDINI A TUZLA. Nella città settentrionale di Tuzla i manifestanti hanno preso d’assalto il locale palazzo governativo, gettando mobili e documenti fuori dalle finestre prima di dare fuoco all’edificio. Il governo locale ha rassegnato le dimissioni. Sempre a Tuzla in serata i manifestanti anche incendiato il palazzo di giustizia cittadino.
A fuoco palazzi governativi anche nelle città di Mostar, Travnik e Zenica, dove la folla ha spinto in un fiume diverse auto che appartenevano a funzionari locali e le autorità cittadine hanno annunciato che presenteranno le dimissioni.
SINDACO IN OSTAGGIO A BRCKO. Nella città settentrionale di Brcko, inoltre, la folla ha preso in ostaggio il sindaco ma lo ha liberato poco dopo.
L’INIZIO DELLE PROTESTE. Le proteste sono cominciate nei giorni scorsi a Tuzla, dove si sono verificati scontri tra la polizia e i lavoratori non pagati di quattro ex compagnie statali, che prima sono state privatizzate e poi hanno dichiarato bancarotta. Le quattro aziende, tra cui fabbriche di mobili e di detersivi, impiegavano gran parte della popolazione di Tuzla, che è la terza città della Bosnia. Le società erano state vendute a proprietari privati, che a loro volta hanno rivenduto le partecipazioni e poi smesso di pagare i lavoratori e presentato l’istanza di fallimento.
MANIFESTAZIONE DI SOSTEGNO A BANJA LUKA. In una scena senza precedenti, centinaia di persone si sono radunate nel capoluogo della parte serba del Paese, Banja Luka, per esprimere sostegno ai manifestanti della Federazione di Bosnia ed Erzegovina. “Ci raduniamo per sostenere i dimostranti a Tuzla, dove la gente combatte per i suoi diritti” ha detto Aleksandar Zolja, attivista di Banja Luka.
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