Bangkok (Thailandia), 1 feb. (LaPresse/AP) – Violenze in Thailandia alla vigilia delle elezioni anticipate di domani. Scontri fra manifestanti antigovernativi e sostenitori del governo sono scoppiati nella zona nord di Bangkok, la capitale. Il bilancio è di sette feriti, tra i quali ci sono anche un fotogiornalista statunitense, James Nachtwey, e un giornalista thailandese del quotidiano locale Daily News. A riferire del fotoreporter americano è lo staff di Associated Press sul posto, mentre degli altri sei feriti, tutti thailandesi, riferiscono i servizi di emergenza della città.

I disordini si sono verificati precisamente nel quartiere Laksi. Gli scontri sono cominciati dopo che un gruppo di sostenitori del governo ha marciato verso un ufficio dove sono conservate alcune urne elettorali, che era stato circondato dai manifestanti che intendevano impedire lo svolgimento del voto. Prima le parti si sono lanciate a vicenda sassi e mortaretti, poi hanno cominciato a usare pistole e fucili d’assalto. Un gruppo di uomini ha spaccato a colpi di bastoni il parabrezza di una macchina che trasportava alcuni manifestanti e l’auto si è subito allontanata a velocità. Le persone che si sono ritrovate nel caos hanno cercato rifugio in un vicino centro commerciale e su un ponte pedonale, mentre altri si sono nascosti dietro alcune auto.

Le elezioni di domani sono state indette a dicembre scorso a seguito delle proteste contro l’esecutivo guidato dalla premier Yingluck Shinawatra e giungono in un’atmosfera molto tesa, dopo tre mesi di manifestazioni antigovernative il cui bilancio è di 10 morti e circa 600 feriti. La polizia ha fatto sapere che dispiegherà 100mila agenti in tutto il Paese, mentre l’esercito metterà a disposizione a Bangkok 5mila soldati.

Gli elettori registrati sono oltre 47 milioni. Gli antigovernativi boicotteranno il voto e stanno anche provando attivamente a impedire che le elezioni si tengano, per esempio appunto assediando gli uffici dai quali dovrebbe partire la distribuzione del materiale elettorale. I manifestanti, una minoranza che non sembra avere possibilità di vincere alle urne, chiedono che il governo venga sostituito da un consiglio non eletto che provveda all’applicazione di riforme politiche per combattere la corruzione. La premier Yingluck Shinawatra si è rifiutata di dimettersi, sostenendo di essere aperta alle riforme e che un consiglio non eletto sarebbe incostituzionale.

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