Tacloban (Filippine), 9 nov. (LaPresse/AP) – “L’acqua era alta come una palma”. E’ il racconto di un residente di Tacloban, nelle Filippine, Sandy Torotoro, del tifone Hayan che ha devastato il Paese. “Sono uscito dalla jeep – dice – e sono stato portato via dalla furia dell’acqua, insieme a tronchi, alberi e la nostra casa, che è stata strappata dalla sua base”. L’abitazione, dove l’uomo viveva con la moglie e la figlia di 8 anni, era vicino all’aeroporto. L’uomo, 44 anni, un tassista di biciclette, spiega che lui e altre persone si sono rifugiati dentro una jeep parcheggiata per proteggersi, ma che il veicolo è stato trasportato via da un muro di acqua.

“Mentre l’acqua ci portava via – racconta – molte persone galleggiavano e alzavano le mani per chiedere aiuto. Ma cosa potevamo fare? Anche noi avevamo bisogno di aiuto”. Il vice sindaco della città di Coron, nell’isola di Busuanga, Jim Pe, ha annunciato che la maggior parte delle case e dei palazzi sono stati distrutti o danneggiati e che cinque persone sono morte e altre tre sono disperse nell’area della sua città. “Era come se un 747 volasse sopra il mio tetto”, ha spiegato, descrivendo il suono del vento. Pe ha spiegato che anche la sua stessa famiglia ha trovato riparo nei piani interrati.

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