New York (New York, Usa), 27 set. (LaPresse/AP) – “Abbiamo deciso di rimettere in moto il processo, in modo che si possa proseguire con l’obiettivo di accordarci sui parametri del gioco finale e andare avanti” per raggiungere un accordo definitivo “entro un anno” sul programma nucleare di Teheran. Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, incontrando ieri sera il segretario di Stato Usa John Kerry a margine dell’Assemblea generale dell’Onu. Un incontro storico, quello tra i due numeri uno della diplomazia di Usa e Iran, come non avveniva da sei anni. Un faccia a faccia avvenuto dopo l’incontro, da lui definito “molto costruttivo”, con i rappresentanti del gruppo 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania) in cui si è deciso che i prossimi colloqui sul nucleare di Teheran si terranno a Ginevra il 15 e 16 ottobre prossimi.

ZARIF: PUNTIAMO A ELIMINAZIONE SANZIONI. “Pensavo – ha aggiunto Zarif – che sarebbe stato troppo ambizioso, quasi ingenuo. Ma ho visto che alcuni dei miei colleghi erano ancora più ambiziosi e volevano andare velocemente”. Il risultato finale, ha proseguito, dovrà includere una “totale abolizione” delle sanzioni internazionali che hanno devastato l’economia iraniana. L’Iran, ha concluso, vuole arrivare al punto da eliminare ogni preoccupazione sulla natura pacifica del suo programma, “ora dobbiamo vedere se siamo in grado di abbinare le nostre parole positive a fatti seri, in modo da andare avanti”.

KERRY: TONO CAMBIATO. Soddisfatto John Kerry, prima di tutto per il clima, molto diverso a suo dire rispetto a quanto avveniva con il precedente governo guidato da Mahmoud Ahmadinejad. “Neanche a dirlo, un incontro e un cambiamento di tono, che è stato ben accolto”, “tutti noi siamo contenti che il ministro degli Esteri sia venuto oggi e abbia messo alcune possibilità sul tavolo”, ha affermato il segretario di Stato, il quale ha fatto sapere di essere d’accordo con Zarif a continuare il processo e provare a trovare vie concrete per rispondere alle domande che il popolo ha sulle attività nucleari di Teheran.

WESTERWELLE: A PAROLE SEGUANO FATTI. Stesso parere sul cambiamento di toni lo hanno espresso il ministro degli Esteri britannico William Hague e quello tedesco Guido Westerwelle. L’incontro, ha detto quest’ultimo, si è svolto in un “tono, un’atmosfera e uno spirito completamente diversi” rispetto a quanto si era abituati e questo ha permesso di aprire una “finestra di opportunità” per una soluzione pacifica della situazione. Tuttavia, Westerwelle ha poi aggiunto: “Le parole non sono abbastanza. Ciò che conta solo le azioni e i risultati tangibili”.

ROHANI: NON LASCEREMO NULLA DI INTENTATO. Intanto, sempre ieri sera a New York, nel corso di un altro evento, il presidente dell’Iran Hasan Rohani ha fatto sapere che il suo governo è pronto a lavorare con le potenze mondiali “con una visione che garantisca la piena trasparenza sotto la legge internazionale in merito al programma nucleare”. L’Iran è pronto, ha aggiunto, “a non lasciare nulla di intentato nella ricerca di una soluzione reciprocamente accettabile”.

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