Columbus (Ohio, Usa), 4 set. (LaPresse/AP) – Ariel Castro, il mostro di Cleveland che rapì tre donne e le tenne sequestrate per 10 anni abusando ripetutamente di loro, si è impiccato nella sua cella nel Correctional Reception Center di Orient, in Ohio. Lo rende noto JoEllen Smith, funzionaria del carcere. Il personale medico della prigione, spiega, ha cercato di rianimare il detenuto 53enne dopo che è stato trovato impiccato nella serata locale di ieri, tuttavia i tentativi sono stati vani e Castro è morto in ospedale.
Il mostro di Cleveland si trovava in custodia protettiva, il che significa che ogni 30 minuti una guardia controllava la sua situazione in cella; l’uomo non era però oggetto di una sorveglianza anti-suicidio. Prima che si dichiarasse colpevole in tribunale, Castro era stato tenuto sotto stretta sorveglianza alla prigione della contea di Cuyahoga per il timore che si suicidasse. Ai primi di giugno, però, le autorità annullarono i controlli poiché venne accertato che non era a rischio suicidio.
Le tre donne rapite da Castro sono Amanda Berry, Michelle Knight e Gina DeJesus. Vennero sequestrate separatamente fra il 2002 e il 2004 e sono state liberate dalla polizia il 6 maggio scorso, quando Berry riuscì a fuggire e a chiedere aiuto. Nel corso della prigionia Castro stuprò ripetutamente le tre donne e da Amanda Berry ebbe anche una bambina, che ora ha 6 anni. Anche Michelle Knight iniziò una gravidanza in seguito alle violenze, ma fu costretta ad abortire con percosse e privazione di cibo. Castro venne arrestato la sera in cui Berry diede l’allarme e il primo agosto scorso è stato condannato all’ergastolo, più mille anni di prigione. In tribunale dichiarò di soffrire di dipendenza dalla pornografia. “Non sono un mostro, sono malato”, disse quando venne letta la sua sentenza.
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