Siria, Londra e Usa pronti ad attacco
Cameron: Nessuna decisione. Spari su ispettori Onu

Siria, Londra e Usa pronti ad attacco <br> Cameron: Nessuna decisione. Spari su ispettori Onu

Londra (Regno Unito), 26 ago. (LaPresse) – Regno Unito e Stati Uniti sarebbero pronti a lanciare un attacco missilistico contro la Siria a giorni dopo il presunto raid con armi chimiche di mercoledì a est di Damasco. E’ quanto riporta la stampa britannica. Da Downig Street giunge intanto la smentita tramite un portavoce del premier britannico David Cameron: Non è stata presa alcuna decisione su un’azione militare in Siria, né è stato fissato alcun programma in merito. E mentre gli ispettori Onu si recavano presso il luogo del presunto attacco, uno dei loro veicoli è stato raggiunto dagli spari dei cecchini a Damasco, nella zona cuscinetto fra il territorio in mano ai ribelli e quello sotto il controllo del governo. La missione è comunque proseguita e gli esperti hanno raccolto campioni di sangue e tessuti dai feriti in un ospedale.

SPARI DEI CECCHINI SU VEICOLO ONU. A riferire la notizia degli spari dei cecchini, che non hanno provocato feriti ma hanno messo fuori uso un veicolo, sono state le Nazioni unite. Il mezzo, ha spiegato il portavoce Martin Nesirky, è stato “deliberatamente raggiunto da diversi spari di cecchini non identificati” a Damasco.

COLPI MORTAIO VICINO HOTEL ISPETTORI. Circa un’ora prima che il team lasciasse l’hotel in cui risiede a Damasco, diversi colpi di mortaio erano caduti a circa 700 metri dall’albergo e tre persone erano rimaste ferite. Un reporter di Associated Press sul posto riferisce che uno dei colpi di mortaio ha raggiunto una moschea, danneggiando un minareto.

RACCOLTI CAMPIONI. Stamattina un fotografo di Associated Press aveva visto la squadra delle Nazioni unite partire dall’hotel di Damasco nel quale si trovano a bordo di sette suv. Il gruppo si stava dirigendo appunto sul luogo del presunto attacco di mercoledì con armi chimiche. I membri del team indossavano giubbotti antiproiettili. Il fotografo di AP riferisce che la responsabile Onu per il disarmo, Angela Kane, ha assistito alla partenza ma non è andata con il gruppo. La squadra ha raggiunto Moadamiyeh, sobborgo a ovest della capitale, dove ha incontrato medici e vittime in un ospedale di fortuna, in cui erano state portate circa 100 persone che hanno ancora sintomi dovuti a un attacco chimico. Come riferisce l’attivista Wassim al-Ahmad, nel centro medico dove sono rimasti tre ore gli esperti hanno raccolto campioni di sangue, capelli e tessuti dalle vittime, prima di far rientro nella capitale siriana.

L’ACCORDO CON IL GOVERNO. Ieri il governo siriano ha raggiunto un accordo con le Nazioni unite in base al quale già da oggi gli ispettori Onu potranno avere accesso alla zona del presunto raid chimico per compiere verifiche. Dopo che ieri è stata annunciata l’intesa, Washington ha commentato che si tratta di una decisione “troppo tardiva per essere credibile” e il segretario agli Esteri britannico, William Hague, ha affermato in serata che è possibile che le prove di un attacco con armi chimiche siano già state distrutte.

STAMPA GB PARLA DI ATTACCO IMMINENTE. Secondo il Daily Telegraph, che cita fonti del governo del Regno Unito, i colloqui fra il primo ministro David Cameron e i leader internazionali compreso Barack Obama proseguiranno, ma qualsiasi azione militare concordata potrebbe cominciare entro la prossima settimana. Anche il Daily Mail riporta la notizia e riferisce di un colloquio telefonico di 40 minuti che ci sarebbe stato nel fine settimana tra Obama e Cameron, durante il quale i due avrebbero discusso del piano. Secondo il Daily Mail, i dettagli verranno finalizzati entro 48 ore e i comandanti della Royal Navy nella regione si stanno preparando a partecipare all’attacco, che potrebbe essere lanciato entro 10 giorni. Con molta probabilità si tratterebbe di un attacco con missili Tomahawk lanciati dalle navi.

LONDRA SMENTISCE: NESSUNA DECISIONE. La smentita arriva da un portavoce di David Cameron: Non è stata presa alcuna decisione su un’azione militare in Siria, né è stato fissato alcun programma in merito, ha detto.

ASSAD: ACCUSE SONO UN INSULTO, ATTACCO USA FALLIREBBE. Intanto il presidente siriano Bashar Assad ha rilasciato un’intervista al quotidiano russo Izvestia, nella quale torna a respingere le accuse rivolte dai Paesi occidentali al regime a proposito del presunto uso di armi chimiche. Le accuse degli Stati Uniti e dei Paesi occidentali in merito al presunto attacco di mercoledì scorso sono “un insulto al buon senso”, ha detto Assad, sostenendo che attaccare quella zona con armi chimiche sarebbe insensato per il governo dal momento che non c’è una linea del fronte ben definita che delimiti l’area dei ribelli e quella delle forze del regime. Assad ha inoltre avvertito gli Stati Uniti che un eventuale intervento militare finirebbe in un “fallimento, come in tutte le precedenti guerre dal Vietnam a oggi”.

IL RAID DI MERCOLEDI’ CON ARMI CHIMICHE. Gli attivisti dell’opposizione siriana accusano il regime di Bashar Assad di avere compiuto l’attacco con gas tossico mercoledì scorso a Ghouta, sobborgo a est di Damasco, e hanno fornito bilanci di vittime che oscillano fra 136 morti e 1.300 morti. Anche il bilancio più basso sarebbe il presunto attacco chimico con più vittime nei due anni e mezzo di guerra civile in Siria. Damasco nega di avere usato armi chimiche, definendo le accuse “assolutamente prive di fondamento”.

KERRY: ASSAD DOVEVA DARE A ONU ACCESSO IMMEDIATO. Sulla stessa linea la posizione del segretario di Stato americano John Kerry. Un alto funzionario del dipartimento di Stato americano riferisce che Kerry ha parlato a proposito della Siria con alti rappresentanti diplomatici di Regno Unito, Francia, Canada e Russia, oltre che con il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Secondo la fonte, Kerry avrebbe affermato che se il regime siriano avesse voluto provare al mondo che non aveva usato armi chimiche nel presunto attacco di mercoledì a Ghouta, sobborgo a est di Damasco, avrebbe dovuto fermare i bombardamenti nella zona e garantire accesso immediato agli ispettori delle Nazioni unite cinque giorni fa.

RUSSIA A USA: ATTACCO AVREBBE CONSEGUENZE GRAVISSIME. Intanto agli Stati Uniti giunge un avvertimento dalla Russia: un possibile attacco militare potrebbe avere “conseguenze estremamente pericolose per tutto il Medioriente e il Nord Africa”, ha detto a Kerry il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov durante un colloquio telefonico.

TURCHIA E LONDRA: AZIONE ANCHE SENZA MANDATO ONU. Dalla Turchia e da Londra giunge intanto la disponibilità a dare una risposta anche se non ci dovesse essere accordo in sede Onu. Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, in un’intervista rilasciata oggi al quotidiano Milliyet, afferma che la Turchia parteciperebbe a qualsiasi azione internazionale contro la Siria anche in assenza di un mandato delle Nazioni unite e aggiunge che “36 o 37 Paesi” stanno già discutendo le varie opzioni. Dal Regno Unito, inoltre, il segretario britannico agli Esteri William Hague fa sentire la sua voce dai microfoni della Bbc: Le pressioni diplomatiche sulla Siria non hanno funzionato e una risposta al presunto attacco con armi chimiche è possibile senza “la completa unità” in Consiglio di sicurezza, ha detto. Hague non ha precisato quale azione il Regno Unito sia pronto a intraprendere, ma ha detto che qualsiasi risposta sarebbe “in conformità con la legge internazionale”.

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