Damasco (Siria), 24 ago. (LaPresse/AP) – Il capo Onu per il disarmo, Angela Kane, è arrivata a Damasco, dove farà pressioni sul governo siriano perché autorizzi gli ispettori delle Nazioni unite a indagare sul presunto attacco con armi chimiche avvenuto mercoledì a est della capitale. Al suo arrivo Kane non ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti. Gli attivisti dell’opposizione siriana accusano il regime di Bashar Assad di avere compiuto l’attacco con gas tossico e hanno fornito bilanci di vittime che oscillano fra 136 morti e 1.300 morti. Anche il bilancio più basso sarebbe il presunto attacco chimico con più vittime nei due anni e mezzo di guerra civile in Siria. Damasco nega di avere usato armi chimiche, definendo le accuse “assolutamente prive di fondamento”. Stati Uniti, Regno Unito e Russia hanno tutti invitato il regime di Assad e i ribelli a collaborare con l’Onu e a permettere agli ispettori di accedere alla zona del presunto attacco per compiere verifiche.

Un team di 20 ispettori Onu si trova già a Damasco per un’indagine sull’uso di armi chimiche, relativa però ad altri tre episodi denunciati precedentemente in tre zone: una è quella del sobborgo Khan al-Assal di Aleppo, dove il 19 marzo è avvenuto un attacco sospetto del quale il presidente Bashar Assad attribuisce la responsabilità ai ribelli; gli altri due luoghi sono stati invece mantenuti segreti. La possibilità di indagare per questi tre casi deriva dall’accordo negoziato a luglio da Kane e dal capo ispettore Ake Sellstrom con le autorità siriane.

Il vice premier siriano, Qadri Jamil, ha dichiarato ad Associated Press giovedì di essere personalmente d’accordo con il fatto che una delegazione internazionale equa e trasparente indaghi sull’incidente di mercoledì, ma ha aggiunto che questo richiede un nuovo accordo fra il governo di Damasco e le Nazioni unite. Inoltre, ha aggiunto Qadri, andrebbero studiate le condizioni per una delegazione del genere.

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