Istanbul (Turchia), 5 ago. (LaPresse/AP) – Grande attesa oggi in Turchia per il verdetto del maxi processo Ergenekon, che va avanti da cinque anni sul caso di cospirazione volto a rovesciare il governo di Recep Tayyip Erdogan. La sentenza dovrebbe arrivare attorno alle 16.30. Alla sbarra sono 275 persone, tra funzionari dell’esercito, politici e giornalisti, accusati di aver complottato per condurre attacchi di alto profilo e omicidi volti, secondo i procuratori, ad alimentare il caos per preparare un colpo di Stato militare. Ergenekon è il nome della presunta rete di cui gli imputati fanno parte e deriva da una leggendaria valle nell’Asia centrale che si crede sia stata la patria ancestrale dei turchi.
LE ACCUSE. In migliaia di pagine di documenti, i procuratori sostengono che gli imputati si siano resi responsabili di una serie di atti violenti, tra cui un attacco nel 2006 contro un tribunale, in cui perse la vita un giudice, condotti come se i responsabili fossero militanti islamici, al fine di creare disordini e provocare un intervento militare. Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe pianificato anche di uccidere Erdogan, il premio Nobel per la Letteratura Orhan Pamuk e altre figure di spicco. Gli accusati respingono ogni accusa. La procura chiede l’ergastolo per 64 delle persone alla sbarra, soprattutto per accuse di terrorismo. Altre rischiano fino a 15 anni di carcere per possesso di armi da fuoco o per essere membro della rete.
IMPUTATI DI ALTO PROFILO. Tra i sospetti a processo ci sono l’ex capo militare Ilker Basbug, accusato di aver guidato una campagna internet per alimentare la rivolta. Imputati anche il giornalista Mustafa Balbay, rappresentante di Ankara del giornale laico Cumhuriyet, Mehmet Haberal, chirurgo e fondatore di un’università di Ankara, e il generale in pensione Engin Alan. I tre sono stati eletti in Parlamento nel 2011 mentre erano in carcere, ma non hanno potuto assumere l’incarico.
SPACCATURA POLITICA. I procedimenti giudiziari, iniziati nel 2008, hanno aiutato il governo di Erdogan a rimodellare l’esercito turco e ad affermare il controllo civile sul Paese che in passato è stato teatro di una serie di colpi di Stato militari fin dalla fondazione della Repubblica, nel 1923. Il caso ha polarizzato la Turchia tra coloro che ritengono il processo un’opportunità per fare emergere la presunta rete sommersa e chi lo vede solo come un tentativo di mettere a tacere i nemici di Erdgoan e minare l’eredità laica turca.
BLOCCATI MANIFESTANTI. Prima dell’inizio dell’udienza, che si tiene al tribunale di Silivri, a 40 chilometri a ovest di Istanbul, la polizia questa mattina è intervenuta per bloccare alcune centinaia di manifestanti che dimostravano a favore degli imputati. Alla folla è stato impedito di raggiungere la corte.
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