Cleveland (Ohio, Usa), 29 lug. (LaPresse/AP) – “Penso che sia la migliore sentenza possibile. Penso che, se lui davvero non riesce a controllare i propri impulsi e se davvero non dà nessun valore alla vita umana, come ha dimostrato questo caso, allora dovrebbe passare il resto della sua vita dietro le sbarre”. Così Anthony Castro, il figlio di Ariel Castro, l’uomo che ha confessato di aver rapinato tre ragazze e di averle tenute sequestrate per circa dieci anni nella sua casa di Cleveland, in Ohio. Venerdì Castro aveva patteggiato per evitare la pena di morte, in cambio della possibile condanna all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale più mille anni di detenzione. L’uomo si è dichiarato colpevole di 937 capi d’accusa, tra cui quello di omicidio aggravato in relazione all’aborto indotto con la violenza. È accusato anche di aver tenuto legate le donne, a volta incatenandole in cantina o a un letto, e di aver aggredito una di loro con un laccio attorno al collo quando tentò di scappare.
Anthony Castro, il quale ha parlato in un’intervista alla trasmissione ‘Today’ della Nbc, ha detto inoltre di non aver niente da dire al padre e di non aver intenzione di fargli visita in carcere. La sentenza contro il 53enne Castro è attesa giovedì. Il 31enne Anthony Castro ha ammesso che suo padre era spesso violento, ma ha sottolineato di essere rimasto “scioccato dalla vastità di questo reato”. Le tre giovani erano sparite tra il 2002 e il 2004, quando avevano rispettivamente 16, 14 e 20 anni. A maggio scorso erano riuscite a scappare dopo che una di loro aveva aperto la porta e chiesto aiuto ai vicini. Una delle vittime, la 27enne Amanda Berry, è comparsa sabato per la prima volta in pubblico, dopo essere stata invitata dal rapper Nelly a salire sul palco durante un concerto a Cleveland. Un’altra, Gina DeJesus, ha parlato ieri a un’emittente tv locale, ringraziando i volontari che stanno costruendo una recinzione intorno alla sua casa per aiutare a proteggere la privacy della famiglia.
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