Parigi (Francia), 8 lug. (LaPresse/AP) – Nicolas Sarkozy torna in prima linea a difesa dell’Ump. A quattro giorni dalla decisione del Consiglio costituzionale francese di bocciare i conti della campagna elettorale dello scorso anno di conservatori, l’ex presidente ha partecipato oggi a Parigi a un vertice di partito, come non faceva dal 2007, a cui erano presenti 800 funzionari. “Questo non è il mio rientro in politica. Il giorno in cui riprenderò la parola sarà per parlare ai francesi della Francia. Non sarà per parlare di me, ma per parlare di noi. Sarà per parlare di loro”, ha voluto tuttavia sottolineare, davanti alla folla che lo ha accolto come una star. In concomitanza con la visita, l’account Twitter dell’ex capo dell’Eliseo è tornato a parlare con i primi messaggi dal 6 maggio 2012, giorno del ballottaggio perso contro François Hollande.
L’evento di oggi, benché lui smentisca, potrebbe segnare il primo passo per una candidatura alle presidenziali del 2017. “Chi ha avuto l’onore di rappresentare la Francia per cinque anni ha il dovere di assumersi le responsabilità”, ha aggiunto Sarkozy, che poi ha puntato il dito contro il verdetto che colpisce il suo partito: “La decisione presa dal Consiglio – ha detto – crea una situazione grave e inedita. La questione non riguarda l’Ump, ma il pluralismo. Rispettare le istituzioni non significa accettare tutte le decisioni”.
Lo scorso anno, l’ex capo dell’Eliseo aveva annunciato che, in caso di sconfitta elettorale, avrebbe “completamente cambiato” la propria vita, dedicandosi alla famiglia e ai figli. “Non sentirete più parlare di me”, aveva detto. Il suo ritorno sembra però volto a risolvere la crisi in cui è caduto il partito, prima spaccato sull’elezione del nuovo leader e ora sull’orlo della bancarotta e sommerso dai debiti, dopo la decisione della corte. Il verdetto impedisce all’Ump di ricevere dallo Stato i rimborsi per metà delle spese della campagna elettorali. Questo significa un conto da 11 milioni di euro, che porta il debito debito totale a oltre 50 milioni. Ma la decisione ha anche galvanizzato i sostenitori dell’Ump che, riferisce il leader Jean-François Copé, hanno fatto quadrato e donato in meno di una settimana oltre 2 milioni di euro.
Nei giorni scorsi, non appena uscito il verdetto del Consiglio, Sarkozy ha annunciato in una nota che non ne avrebbe più fatto parte, in modo da poter riprendere la sua “libertà di pensiero”. Tutti i presidenti sono automaticamente designati come membri dell’organismo, con un incarico a vita. Il giorno seguente ha scritto su Facebook: “Questa situazione senza precedenti compromette il partito, che deve preparare il cambio di potere necessario dopo il socialismo. Devo prendermi le mie responsabilità impegnandomi a garantire la libera espressione democratica nel nostro Paese”.
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