Ankara (Turchia), 9 giu. (LaPresse/AP) – Ancora proteste antigovernative, e ancora scontri tra polizia e dimostranti, in Turchia. Dopo che nella notte ad Adana gruppi di manifestanti pro e contro il governo di Recep Tayyp Erdogan si sono scontrati, oggi pomeriggio tocca di nuovo a Istanbul, Ankara e Smirne. Decine di migliaia di persone sono scese in strada nel decimo giorno di proteste, mentre il premier ha tenuto un discorso in cui ha detto che non cederà agli “sciacalli che bruciano e distruggono”. Da Adana, dove ha parlato, si è spostato a Mersin e tornerà poi ad Ankara, dove sono in programma cortei in suo sostegno. Dall’inizio delle proteste contro il governo, il 31 maggio dopo che un sit-in pacifico ambientalista è stato represso con violenza dalla polizia, nelle dimostrazioni sono morte tre persone, tra cui un poliziotto. E il sindacato della polizia turca oggi ha diffuso la notizia che sei agenti si sono suicidati, a causa dello stress subito.

ADANA: SCONTRI TRA CORTEI PRO E CONTRO GOVERNO. Nella notte gruppi di dimostranti pro e contro Erdogan si sono scontrati per la seconda volta in dieci giorni di proteste. È successo ad Adana, nel sud del Paese vicino alla costa, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu. I sostenitori di Erdogan hanno lanciato pietre contro i manifestanti antigovernativi e la polizia ha aiutato donne e bambini a lasciare l’area. I due gruppi si sono lanciati sassi e picchiati con bastoni.

LACRIMOGENI AD ANKARA E SMIRNE, MIGLIAIA IN PIAZZA TAKSIM. Scontri sono stati registrati oggi ad Ankara e Smirne. Migliaia di persone hanno manifestato nelle strade delle due città, mentre nelle aree vicino agli edifici governativi della capitale gli agenti di polizia in tenuta antisommossa hanno tentato di disperdere la folla lanciando gas lacrimogeni e sparando con cannoni ad acqua. Decine di migliaia le persone radunate anche in piazza Taksim, a Istanbul.

SINDACATO POLIZIA: 6 AGENTI SUICIDI. Sei poliziotti si sono suicidati in dieci giorni di proteste, riporta il giornale Hurriyet citando Faruk Sezer, capo del sindacato della polizia Emniyet-Sen. Le forze di polizia sono state duramente criticate per l’eccessivo uso di forza e brutalità contro i dimostranti. Sezer ha tuttavia detto che gli agenti hanno sofferto molto perché costretti a lavorare in condizioni difficili, dovendo anche dormire su panchine e cartoni. “La violenza che vedete è il riflesso della violenza cui sono sottoposti i poliziotti”, ha dichiarato.

ERDOGAN: SCIACALLI NON L’AVRANNO VINTA, MA NO VIOLENZA. Il premier contestato ha detto di non avere intenzione di cedere a quelli che ha nuovamente definito “sciacalli”, ovvero i dimostranti. Ha anche invitato chi lo appoggia ad astenersi dalle violenze, chiedendo piuttosto di “dare una lezione ai dimostranti” nelle elezioni locali del prossimo anno. Ha predetto che l’opposizione ne uscirà sconfitta, escludendo la possibilità di voto anticipato. “Non vogliamo che un gruppetto di sciacalli l’abbia vinta. Bruciano e distruggono.

Devastano i negozi dei civili, le auto dei civili”, ha dichiarato ad Adana. Ha poi viaggiato verso Mersin, dove aveva in programma un discorso simile, e più tardi tornerà ad Ankara, dove sono programmate altre manifestazioni in suo sostegno.

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