Roma, 4 giu. (LaPresse) – Sono oltre duemila le persone rimaste ferite in tutta la Turchia dal 29 maggio a oggi per l’uso di cannoni ad acqua e gas lacrimogeni da parte della polizia sui manifestanti. È il bilancio fornito da Amnesty International in base alle informazioni dell’Associazione medica turca. Precisamente almeno 1500 persone sono rimaste ferite a Istanbul, 414 ad Ankara e altre 420 a Smirne. Secondo Amnesty, sono stati responsabili del maggior numero di ferimenti i gas lacrimogeni, sparati irresponsabilmente ad altezza di persona e in spazi ristretti se non chiusi, persino all’ingresso del pronto soccorso di piazza Taksim a Istanbul.

Il gruppo condanna l’ampio uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti pacifici e lancia un appello al primo ministro della Turchia, Recep Tayyp Erdogan, chiedendogli di porre fine immediatamente all’uso eccessivo della forza contro i manifestanti pacifici, garantire il diritto alla libertà di espressione e di riunione e avviare un’indagine rapida, indipendente e imparziale sull’uso eccessivo della forza al fine di consegnare alla giustizia i funzionari di polizia responsabili dei maltrattamenti dei manifestanti.

Amnesty ricorda che alcuni video hanno filmato la polizia mentre spara deliberatamente lacrimogeni contro i manifestanti. Decine di video amatoriali hanno filmato scene delle manifestazioni e mostrano poliziotti che picchiano, prendono a calci e colpiscono con manganelli i manifestanti, anche quando questi sono resi inermi dagli effetti dei gas lacrimogeni. Nei giorni scorsi, Amnesty International Turchia ha messo a disposizione i suoi uffici di Istanbul per fornire riparo ai manifestanti e soccorsi a quelli feriti. Le autorità hanno fatto sapere di aver arrestato oltre mille persone.

Le proteste sono cominciate il 27 maggio a Gezi Park, in piazza Taksim, nel centro di Istanbul, dove alcune centinaia di manifestanti avevano occupato il parco per manifestare contro la sua distruzione per far posto a un nuovo centro commerciale. Nelle prime ore del 29 maggio – ricorda Amnesty – la polizia ha iniziato a disperderli facendo ricorso a uso eccessivo della forza e a gas lacrimogeni. Durante la notte di giovedì 30 maggio, quasi 3mila manifestanti si sono uniti alla protesta. Nelle prime ore del mattino di venerdì 31 maggio sono stati allontanati dal parco dalla polizia con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua e decine di persone sono rimaste ferite. È appunto dopo questo episodio che le proteste si sono diffuse in tutto il Paese e, da domenica 2 giugno, ci sono state centinaia di proteste in 67 province.

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