Damasco (Siria), 30 apr. (LaPresse/AP) – Nuovo grave attentato a Damasco, dopo l’esplosione di ieri a cui è scampato il primo ministro Wael Nader Al-Halqi. Se l’attacco di ieri ha avuto luogo nel quartiere di Mazzeh, quello di oggi è avvenuto a Marjeh, area commerciale centrale della capitale. Secondo quanto riporta la televisione di Stato, si registrano 13 vittime e 70 feriti. L’Osservatorio siriano per i diritti umani fornisce un bilancio leggermente diverso: 14 morti e 65 feriti.

Lo scoppio, molto forte, è avvenuto attorno alle 11 ora locale (le 10 in Italia). Subito dopo, spiegano i residenti, si è vista salire una colonna di fumo denso e scuro in mezzo ai palazzi, e si sono sentiti nell’aria colpi di arma da fuoco. Non è chiaro quale fosse l’obiettivo dell’attacco, ma l’esplosione è avvenuta nei pressi della Damascus Tower, un edificio di 28 piani dove hanno sede molti uffici. Nell’area si trova anche l’ex palazzo del ministero dell’Interno, rimasto danneggiato.

La televisione di Stato ha trasmesso le immagini delle ambulanze accorse e dei vigili del fuoco impegnati a spegnere l’incendio divampato che ha coinvolto diverse auto e un edificio vicino. È possibile vedere un uomo per terra in una pozza di sangue e un altro, apparentemente ferito, che viene portato dai civili in un bus. Nell’attentato di ieri a cui è scampato il primo ministro Wael al-Halqi, secondo fonti governative due persone sono morte e altre 11 sono rimaste ferite. L’Osservatorio parla di un bilancio più grave, ossia di cinque morti tra cui due guardie del corpo del premier e uno dei suoi autisti.

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