Londra (Regno Unito), 11 apr. (LaPresse/AP) – Corea del Nord, Siria, e stupri di guerra. Sono stati questi gli argomenti su cui si sono concentrati principalmente i ministri degli Esteri del G8, riuniti a Londra, che hanno avuto come ospite speciale Angelina Jolie, in veste di inviata speciale dell’Onu per i rifugiati. L’attrice è intervenuta al fianco di Zainab Bangora, Rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu sulla violenza sessuale nei conflitti. Per l’Italia era presente il presidente del Consiglio Mario Monti, ministro degli Esteri ad interim dopo le dimissioni di Giulio Terzi.

LOTTA A STUPRI DI GUERRA IN AGENDA INTERNAZIONALE. Per troppo tempo, ha affermato la Jolie parlando al fianco del segretario agli Esteri britannico William Hague, i sopravvissuti delle violenze sono stati “vittime dimenticati” delle guerre in Medioriente, Africa e altrove, e finora la volontà politica internazionale di combattere le violenze sessuali è stata “gravemente carente”. “Oggi – ha proseguito l’attrice – credo che le loro voci debbano essere ascoltate”. Hague ha definito le violenze sessuali durante i conflitti come “una delle maggiori e più persistenti ingiustizie” del mondo, e ha informato che i ministri riuniti a Londra si sono detti d’accordo a definire gli stupri come un crimine di guerra e una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra. I ministri hanno promesso di fissare standard internazionali per indagare sulle violenze sessuali, e di garantire che non ci sarà amnistia in futuri accordi di pace per il reato di stupro di guerra. Hague ha annunciato inoltre un nuovo stanziamento di 36 milioni di dollari per combattere la piaga.

G8 CONDANNA RETORICA GUERRA NORD COREA. Grande attenzione è stata data dai ministri anche alla questione coreana, che ha sollevato notevoli preoccupazioni nelle ultime settimane. Nella nota congiunta finale, i rappresentanti del G8 hanno condannato nei “più forti termini possibili” la retorica aggressiva e i programmi di sviluppo di missili nucleari da parte di Pyongyang che “minano seriamente” la stabilità regionale e minacciano la sicurezza internazionale. La retorica aggressiva della Corea del Nord non farà altro che isolare il Paese, proseguono i ministri, i quali poi esortano il governo guidato da Kim Jong Un a intraprendere colloqui “credibili” sulla rinuncia a tutti i programmi su missili nucleari e balistici in corso. Le otto potenze mondiali, chiedono infine alla Corea del Nord di evitare “ulteriori azioni provocatorie” ed esprimono preoccupazione per il piano di riaprire la centrale nucleare di Yongbyon, chiusa dal 2007. Questa mattina, nell’ultimo proclama, Pyongyang aveva fatto sapere di disporre di “potenti mezzi di attacco” pronti per il lancio.

SU SIRIA NESSUNA MENZIONE AD AIUTI A RIBELLI. Tra le questioni in agenda anche la Siria, su cui però i ministri sono apparsi, come prevedibile, più divisi. Soprattutto sulla questione dell’aiuto da fornire ai ribelli. Nella nota congiunta, i ministri si dicono infatti “sconvolti” per le continue morti e per il fatto che la guerra abbia costretto milioni di rifugiati a fuggire in Paesi vicini. Nessuna menzione tuttavia all’assistenza da fornire ai ribelli. I ministri si limitano a riaffermare “il proprio impegno” a sostenere la transizione politica nel Paese e condannato l’uso di armi pesanti sulle aree residenziali. “La situazione umanitaria in Siria – si legge – è deplorevole e continua a peggiorare”. Da tempo Regno Unito e Francia stanno spingendo affinché l’Unione europea elimini o allenti l’embargo imposto sulla Siria, al fine di inviare armi ai ribelli. Ipotesi a cui la Germania si oppone, come ha confermato questa mattina a margine dei colloqui il ministro degli Esteri Guido Westerwelle. “La mia preoccupazione è che le armi fornite alla Siria possano finire nelle mani dei jihadisti e dei terroristi”, ha spiegato Westerwelle, aggiungendo che gli armamenti in quel modo potrebbero venire usati anche contro Israele. Al rifornimento di armi ai ribelli è contraria anche la Russia.

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