Mosca (Russia), 28 mar. (LaPresse/AP) – Le ultime decisioni della Lega araba sulla Siria annientano i tentativi di negoziare una fine pacifica del conflitto. È l’accusa lanciata dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il quale spiega che Mosca “disapprova profondamente” le ultime decisioni della Lega, ed è preoccupata per le loro possibili conseguenze. Le critiche fanno riferimento in particolare all’ultimo summit della Lega araba, che si è tenuto martedì a Doha, in Qatar, durante il quale la Coalizione nazionale siriana si è vista riconoscere come legittimo rappresentante del popolo e ha assunto ufficialmente il seggio della Siria. Inoltre, la Lega ha dato il via libera al rifornimento di armi ai ribelli.
Queste misure, afferma Lavrov, equivalgono a un rifiuto del piano di pace internazionale approvato a Ginevra nel mese di giugno, all’epoca sostenuto dalla stessa Lega araba. Inoltre fanno cadere nel limbo “lo status dell’inviato speciale Lakhdar Brahimi”. Il ministro russo non limita le critiche, e punta il dito contro l’organismo internazionale. Se uno dei fondatori della missione (di Brahimi, ndr), la Lega araba, dichiara che la coalizione dell’opposizione è l’unico rappresentante legittimo del Paese, allora non potranno esserci colloqui, e coloro che vogliono la cacciata del regime riceveranno delle armi. Semplicemente – aggiunge ancora Lavrov – non vedo come il signor Brahimi possa mantenere il ruolo di inviato. Questo mette effettivamente fine alla mediazione internazionale dal punto di vista della Lega araba”. La decisione del summit di Doha relativa al rifornimento di armi ai ribelli, prosegue ancora il ministro, è volta a “incitare il confronto e a incoraggiare forze inconciliabili”.
Alle parole di Lavrov hanno fatto eco quelle di Vitaly Churkin ambasciatore russo alle Nazioni unite, secondo cui ormai nella crisi siriana la Lega araba sta “iniziando ad agire più come una forza negativa che come una forza positiva”.
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