Nuova Delhi (India), 13 mar. (LaPresse/AP) – L’Italia deve riportare in India i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati di avere ucciso due pescatori lo scorso anno, o “ci saranno conseguenze”. Lo ha detto il primo ministro indiano Manmohan Singh, intervenendo in Parlamento sulla decisione annunciata lunedì dal governo italiano di non rispettare l’accordo con le autorità indiane che, dopo un permesso di quattro settimane iniziato il 22 febbraio, prevedeva il ritorno dei due in India. Nuova Delhi, ha aggiunto Singh, prenderà provvedimenti se l’Italia non cambierà la sua posizione.

“Voglio chiarire – ha aggiunto Singh – che queste azioni del governo italiano non sono accettabili. Violano ogni regola del dialogo diplomatico e mettono in dubbio gli impegni solenni dati dai rappresentanti accreditati di un governo sovrano alla nostra Corte suprema”. Secondo il premier, le decisioni del governo italiano danneggeranno le relazioni bilateriali costruite sulla fiducia. “Il nostro governo – ha proseguito Singh – ha insistito sul fatto che le autorità italiane rispettino l’impegno preso con la Corte suprema, e restituiscano le sue persone accusate affinché affrontino il processo in India”.

Il caso va avanti ormai da oltre un anno. Secondo le autorità italiane, l’incidente, che risale a febbraio 2012, è avvenuto in acque internazionali, mentre Nuova Delhi sostiene che i fatti siano avvenuti in acque indiane. Lo scorso anno, l’Italia ha pagato un risarcimento alle famiglie delle vittime di 10 milioni di rupie ciascuna.

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