Washington (Usa), 20 feb. (LaPresse/AP) – L’amministrazione Obama lancia un nuovo ampio piano per combattere il furto di segreti commerciali. Il programma, annunciato in un documento della Casa Bianca, prevede cinque punti: aumentare le pressioni diplomatiche all’estero per scoraggiare i furti di proprietà intellettuale; un migliore coordinamento all’interno degli Stati Uniti per aiutare le società americane a proteggersi; potenziare l’applicazione della legge per aumentare le indagini; attuare una revisione delle nome vigenti per valutare se abbiano bisogno di un rafforzamento contro il furto di segreti industriali; avviare una campagna di sensibilizzazione pubblica al problema.
Secondo l’amministrazione, lo spionaggio economico è in aumento non solo attraverso le intrusioni elettroniche o cyber attacchi (recenti gli attacchi hacker a Twitter, Facebook e Apple), ma anche tramite il reclutamento di ex impiegati di società americane con conoscenza di informazioni riservate. La relazione presentata oggi non prende di mira precisamente un autore del furto, ma il riferimento alla Cina è evidente. Gli esempi che vengono citati non sono di attacchi informatici, ma del furto di segreti industriali per milioni di dollari da parte di ex impiegati di società americane tra cui Ford Motor, DuPont, General Motors, Cargill, Dow Chemical, Valspar e Motorola. “Il furto di segreto industriale mette a rischio la sicurezza nazionale e quella dell’economia americana”, si legge nel documento. “Queste azioni – prosegue il testo – fanno diminuire le prospettive di export degli Usa nel mondo e mettono a rischio i posti di lavoro dei cittadini americani”.
La scorsa settimana Barack Obama ha firmato un ordine esecutivo specifico contro il cyber terrorismo, mirato ad aiutare i network di società americane a proteggersi da attacchi informatici. Quel provvedimento prevede che la Difesa Usa e le agenzie di intelligence condividano con le società i dati riservati sulle possibili minacce informatiche. Anche durante il discorso sullo Stato dell’Unione Obama aveva invitato il Congresso ad andare avanti in questo settore: “Ora il Congresso deve agire approvando una legislazione per dare al nostro governo una maggiore capacità sia di mettere al sicuro i nostri network, che di evitare gli attacchi”, aveva detto l’inquilino della Casa Bianca.
L’annuncio del nuovo piano contro lo spionaggio industriale giunge un giorno dopo la presentazione di un dossier della ditta americana per la sicurezza Mandiant, secondo la quale provengono da un’unità dell’esercito cinese i cyber attacchi lanciati negli ultimi anni negli Stati Uniti ai danni di oltre 140 società. Durante questi attacchi informatici sono state rubate moltissime informazioni da contractors, società di energia e altre industrie chiave. Mandiant ha presentato accuse circostanziate, tracciando l’origine degli attacchi fino a individuarne la provenienza in un edificio di 12 piani dell’unità 61398 dell’esercito popolare cinese, alla periferia di Shanghai. Le accuse e le prove addotte hanno fatto salire la pressione su Washington per intraprendere più azioni contro i cinesi per quello che secondo gli esperti è uno spionaggio sistematico che va avanti da anni. Pechino ha smentito e il ministro della Difesa cinese ha definito le accuse prive di fondamento. Il ministero degli Esteri cinese ha poi ricordato tramite il suo portavoce Hong Lei che anche Pechino è stata vittima di attacchi hacker, aggiungendo che alcuni di essi erano riconducibili agli Stati Uniti.
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