Dublino (Irlanda), 17 nov. (LaPresse/AP) – Circa diecimila persone hanno marciato questa sera a Dublino e osservato un minuto di silenzio in memoria di Savita Halappanavar, la dentista di origine indiana morta per setticemia in un ospedale irlandese che le ha negato l’aborto, perché la sua gravidanza era ormai in fase troppo avanzata. I manifestanti, molti dei quali erano madri con le proprie figlie, hanno cantato ‘Mai più!’ e mostrato fotografie della donna, illuminando il buio della notte con fiaccole e camminando fino all’ufficio del primo ministro Enda Kenny.

La 31enne, che era alla 17esima settimana della sua prima gravidanza, è morta il 28 ottobre, una settimana dopo essere stata ricoverata con forti dolori per l’inizio di un aborto spontaneo. Il decesso, reso pubblico dal marito questa settimana, ha fatto tornare alla luce la delicata questione della contestata legge sull’aborto in vigore in Irlanda. I medici hanno infatti respinto la richiesta della donna di farla abortire fino a quando il battito del cuore del feto si è fermato, quattro giorni dopo il ricovero. Ma ormai era troppo tardi e le condizioni della donna sono peggiorate fino alla morte.

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