Pechino (Cina), 8 nov. (LaPresse/AP) – Tre monaci adolescenti e una donna tibetani si sono dati fuoco ieri per protesta contro il governo cinese, alla vigilia del congresso del Partito comunista a Pechino. Dorjee di 15 anni e la donna di 23 sono morti, mentre gli altri due ragazzi, Samdup e Dorjee Kyab entrambi 16enni, sono stati portati in ospedale dalle forze di sicurezza e le loro condizioni non sono note. Lo rende noto la direttrice del gruppo attivista Free Tibet, Stephanie Bridgen, spiegando che i tre monaci si sono dati alle fiamme fuori da una stazione di polizia nella provincia del Sichuan, chiedendo libertà per il Tibet e il ritorno del Dalai Lama, leader spirituale in esilio. Stando alle informazioni di Free Tibet, si tratta del primo caso documentato di tripla immolazione.
In serata si è data fuoco una nomade 23enne, in una zona tibetana della provincia occidentale di Qinghai. La giovane, che aveva un figlio di cinque anni, è morta dopo essersi cosparsa con la benzina presa da una moto ed essersi data fuoco vicino al pascolo invernale della sua famiglia. Da marzo 2011 sono decine i casi di autoimmolazioni di tibetani nelle zone etniche buddiste cinesi, ma Pechino ha sempre negato le accuse di repressione avanzate dagli attivisti, affermando che i sostenitori del Dalai Lama incoraggino questo tipo di proteste. Il leader spirituale buddista e i suoi collaboratori, in auto-esilio in India, affermano di essere contrari a ogni forma di violenza.
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