Doha (Qatar), 4 nov. (LaPresse/AP) – Creare una squadra di 50 rappresentanti, tra cui alcuni dall’interno della Siria, come comandanti militari dell’Esercito libero e leader locali delle aree ribelli. È il piano presentato da Riad Seif, esponente dell’opposizione siriana di primo piano, in occasione della riunione di oltre quattrocento delegati della dissidenza che si è aperta oggi a Doha, in Qatar, e che dovrà decidere la nuova leaderhsip della rappresentanza anti-Assad. Secondo Seif, il piano, che toglierebbe potere al Consiglio nazionale siriano (composto per lo più da esiliati e accademici, spesso criticati come poco efficienti), è appoggiato da una dozzina di Paesi chiave che sostengono l’opposizione. Seif non ha però specificato di quali nazioni si tratti, né ha dato motivazione alla base del suo ottimismo in questo senso.

La disputa sulla leadership dell’opposizione è una delle questioni chiave sul tavolo della conferenza di Doha, che durerà cinque giorni. Se si riuscirà a convincere il Cns ad accettare l’idea, ha detto il rappresentante dell’opposizione, la comunità internazionale si ritroverà alla prossima riunione degli Amici della Siria in Marocco, per appoggiare il nuovo team. Una decisione sulla nuova leadership è attesa entro giovedì, giorno in cui si chiuderà la conferenza. “Speriamo che – ha aggiunto il 66enne che ha lasciato la Siria qualche mese fa – se i siriani troveranno una maniera di scegliere la propria leadership l’8 novembre, allora il mondo intero sarà con loro”. Alla conferenza in Marocco, ha aggiunto, “forse cento Paesi riconosceranno questa nuova leadership come quella legittima e l’unica rappresentativa dei siriani”. Seif non ha specificato che tipo di supporto pratico l’opposizione si attenda alla conferenza internazionale in Marocco, ma ha suggerito che proprio quest’ultima potrebbe lanciare una piattaforma per un governo di transizione.

Da tempo gli Usa spingono per la determinazione di una nuova leadership e hanno criticato il Cns per lo stallo nella sua gestione. Ma funzionari americani hanno fatto sapere che Washington non prenderà parte a un’altra riunione degli Amici della Siria fino a quando non ci saranno novità in termini di una nuova leadership. Oggi, in realtà, i capi del Cns si sono tirati indietro rispetto al piano avanzato da Seif e hanno criticato gli Usa per la loro ingerenza nel processo decisionale dell’opposizione. Abdelbaset Sieda, capo del Consiglio, spiega, come gli altri membri del gruppo, di non aver respinto in toto il piano di Seif, ma di ritenere che il Cns meriti per lo meno una migliore rappresentanza. Il Cns, ha dichiarato Sieda ad Associated Press, dovrebbe controllare almeno il 40% di qualsiasi organismo decisionale che venisse formato, visto che rispecchia effettivamente ampi segmenti della società siriana. “Non è giusto – ha aggiunto – dire che il Cns rappresenta solo le persone al di fuori della Siria”.

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