Dacca (Bangladesh), 22 set. (LaPresse/AP) – Una taglia da 100mila dollari a chi ucciderà l’autore del film ‘Innocence of Muslims’. È quanto ha promesso il ministro federale delle Ferrovie del Pakistan, Ghulam Ahmad Balor, spiegando che pagherà la cifra di tasca propria. Il ministro ha quindi esortato talebani e al-Qaeda a compiere il “sacro dovere” di aiutare a individuare e uccidere il regista. Ieri in Pakistan oltre venti persone hanno perso la vita nel corso degli scontri scoppiati durante le proteste contro il film. È dall’11 settembre ormai che la diffusione della pellicola ha scatenato contestazioni in tutto il mondo musulmano.
MARCIA PACIFICA A ISLAMABAD. Oggi nella capitale pakistana, Islamabad, sono continuate le proteste. Ma per fortuna il corteo che ha invaso le strade della città è stato pacifico. Alla marcia, organizzata dal gruppo religioso Minhaj-ul-Quran, hanno preso parte 1.500 persone, tra cui donne e bambini. La folla ha sfilato per le strade e si è quindi radunata nei pressi del Parlamento, cantando slogan contro l’autore della pellicola e chiedendo per lui una severa punizione.
DISORDINI IN BANGLADESH. Scontri tra polizia e manifestanti si sono invece verificati in Bangladesh, nella capitale Dacca, dove diverse persone sono rimaste ferite. Secondo le autorità, gli scontri sono scoppiati quando gli agenti hanno provato a fermare la protesta. La polizia ha lanciato lacrimogeni e usato manganelli per disperdere la folla che lanciava sassi. Testimoni raccontano che alcuni manifestanti hanno bruciato diversi veicoli. Per protestare contro l’intervento della polizia, i dimostranti hanno indetto uno sciopero generale per domani. Le autorità avevano vietato a partire da ieri tutte le proteste nei pressi della moschea Baitul Mokarram, la più importante della città. Oggi sono state arrestate decine di manifestanti nel corteo e dentro il National Press Club, dove molti avevano trovato rifugio. Ieri oltre duemila persone avevano marciato a Dacca e dato fuoco a una finta bara con la bandiera degli Stati Uniti e l’effigie del presidente americano Barack Obama.
CONTESTAZIONI IN NIGERIA E KASHMIR. Un corteo di protesta con migliaia di persone si è tenuto oggi anche a Kano, in Nigeria. La folla si è unita alla marcia man mano che usciva dalla moschea e i dimostranti si sono diretti verso il palazzo dell’emiro di Kano, il principale leader spirituale dei musulmani nella regione. Pacifica anche la manifestazione che si è svolta a Srinagar, principale città del Kashmir, dove la folla ha cantato slogan come ‘Basta America’ e ‘Lunga vita all’islam’. Alcune persone hanno mostrato un cartello con la scritta: ‘Non c’è altro Dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo messaggero’.
FRANCESE ARRESTATO PER MINACCE A CHARLIE HEBDO. Anche in Francia, tuttavia, continuano le tensioni e oggi un uomo è stato arrestato a La Rochelle, nell’ovest del Paese, perché sospettato di aver minacciato di decapitare il direttore del settimanale Charlie Hebdo, che mercoledì ha pubblicato alcune vignette con caricature del profeta Maometto. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa francese Sipa, l’uomo, 43 anni, dovrebbe essere interrogato e l’ufficio del procuratore ha aperto un’indagine. La minaccia era stata lanciata su un forum online. Una corte francese ha inoltre condannato a tre mesi di carcere un giovane che aveva portato con sé un’arma durante la manifestazione non autorizzata che si è tenuta nei giorni scorsi davanti all’ambasciata Usa di Parigi. – Twitter @ilyleccardi
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata