Il Cairo (Egitto), 17 set. (LaPresse/AP) – Chris Stevens “era vivo, non ci sono dubbi. Il volto era scuro e sembrava paralizzato”. È quanto sostiene Fahd al-Bakoush, videoperatore freelance e testimone degli ultimi attimi di vita dell’ambasciatore statunitense ucciso a Bengasi martedì scorso. Al-Bakoush riferisce ad Associated Press di aver ripreso la scena. Nel video, poi diffuso su YouTube, si vede Stevens mentre viene spostato e portato fuori dal consolato attraverso una finestra.

“Quest’uomo è vivo, spostatevi”, urlano alcune persone in sottofondo. “Portiamolo fuori” gridano altri. “È vivo, è vivo! Dio è grande”, urla invece la folla mentre Stevens viene caricato su un’auto privata. Non erano infatti presenti ambulanze disponibili. La scena successiva mostra l’ambasciatore steso su un pavimento in piastrelle, con un uomo che gli tocca il collo per sentire le pulsazioni.

Il filmato è autentico poiché mostra chiaramente il volto di Stevens, il quale indossa la stessa maglietta che si vede nelle foto autenticate in cui viene portato via a spalle da un altro uomo. Un fotografo freelance che era insieme ad al-Bakoush, Abdel-Qader Fadl, ha detto che Stevens era privo di conoscenza e che “forse ha mosso la testa, ma solo una volta”. Uno studente 22enne che lavora con i due, Ahmed Shams, ha riferito: “Eravamo felici di vedere che era vivo. I ragazzi hanno cercato di soccorrerlo, ma non c’era personale della sicurezza, non c’erano ambulanze, nulla con cui dare una mano”.

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